È arrivato in piazza Monte Grappa alle 15.30 Matteo Salvini ed è rimasto in città un’ora e mezza per sostenere il candidato sindaco del centrodestra Matteo Bianchi. È la terza volta che il leader della Lega viene in città e sarà qui anche domani, dalle 18, per il comizio di fine campagna elettorale in piazza Podestà.
«A Busto e a Gallarate la partita l’abbiamo vinta subito e qui manca la ciliegina sulla torta. Ringrazio Matteo per il suo impegno e perché in queste settimane ha presentato la sua idea di città a differenza della sinistra che passa il tempo a polemizzare e ad attaccare gli altri- ha detto Salvini – I varesini possono decidere se la città che hanno oggi è il massimo a cui possono ambire o se possono chiedere qualcosa di più in termini di efficienza, pulizia e sicurezza. Io conto che la concretezza e il buon senso di Matteo come quella dei tanti sindaci leghisti in provincia di Varese, vinca in cabina elettorale. Chi non vota e chi non sceglie ha già perso».
Salvini ha toccato rapidamente i temi nazionali e sulle manifestazioni contro il green pass ha detto: «Fare una manifestazione politica, il sabato prima del voto, a Roma dopo quello che è successo non mi sembra una dimostrazione di unità, buon senso e sobrietà. Noi lavoriamo perché tutti possano andare a lavorare domani, senza spendere 300 euro al mese di tamponi: siamo la popolazione più vaccinata».
Poi un giro al mercato, «dove si ascolta la voce del popolo», un caffè e due chiacchiere con gli ambulanti per lasciare la parola a Matteo Bianchi che, affiancato anche da Attilio Fontana, ha ribadito il suo progetto per l’ex Caserma Garibaldi, «che non comporterebbe nessuno spreco di denaro pubblico, ma al contrario rappresenta un investimento per la città».
E infine l’omaggio degli agricoltori che hanno sfilato con i trattori in piazza Monte Grappa e davanti a Palazzo Estense, «per esprimere il nostro personale grazie a Matteo Bianchi che ha avuto un occhio di riguardo per noi agricoltori, organizzando addirittura una serata su agricoltura e ambiente: una cosa mai vista a Varese».
Valentina Fumagalli