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Politica | 01 ottobre 2021, 11:22

Gavirate, le lettere anonime e le minacce agli amministratori "arrivano" in consiglio comunale. Il sindaco: «Ci costituiremo parte civile»

Irrituale interrogazione consiliare congiunta presentata dall'assessore Bianchi e dal capogruppo di minoranza Beccari (Viva Gavirate): «Davanti a questi atti codardi, che danneggiano tutta la comunità, non devono esistere distinzioni tra maggioranza e opposizione»

Gavirate, le lettere anonime e le minacce agli amministratori "arrivano" in consiglio comunale. Il sindaco: «Ci costituiremo parte civile»

Le lettere anonime contenenti minacce al sindaco e ad altri amministratori del Comune di Gavirate giunte nei giorni scorsi in municipio (LEGGI QUI), sono approdate nel consiglio comunale di giovedì sera che si è svolto in streaming. 

Ai destinatari delle lettere anonime era poi arrivata la solidarietà della neonata associazione "Sfanghiamoci", costituita dai cittadini del paese alluvionati. (LEGGI QUI)

In una irrituale interrogazione consiliare congiunta presentata dall'assessore Giuliana Bianchi e dal capogruppo di minoranza Selvino Beccari (Viva Gavirate), i due consiglieri hanno chiesto se l'amministrazione comunale si costituirà parte civile nell'eventualità che gli autori delle lettere anonime verranno individuati dalle forze dell'ordine; fatto possibile, visti alcuni "indizi" raccolti all'interno delle missive.

«Davanti ad accadimenti gravi - si legge nell'interrogazione letta in consiglio dall'assessore Bianchi - non ci devono essere distinzioni tra maggioranza e opposizione; quello della lettera anonima è un gesto medievale. La condanna della cultura del sospetto e delle congetture senza contradditorio deve essere unanime. Proviamo vergogna per gli autori delle lettere anonime, considerando anche che delle persone hanno pagato con la loro vita la possibilità di poter esprimere la propria opinione alla luce del sole».

Nel rispondere all'interrogazione, il sindaco Silvana Alberio ha confermato che il Comune si costituirà parte civile. «La condanna non può che essere senza se e senza ma - ha dichiarato la prima cittadina - della solidarietà ce ne facciamo poco. Una condanna senza appello, senza alcun "però", dei responsabili di questo gesto che ho definito ominicchi che hanno danneggiato tutta la comunità gaviratese e che dovranno risarcire tutta la comunità gaviratese, pagando per quello che hanno fatto. Solo toccandoli economicamente capiranno la loro pochezza». 

 

Matteo Fontana


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