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Politica | 19 dicembre 2025, 16:30

La violenza contro le donne si combatte anche sui mezzi pubblici. Licata: «Risorse per rafforzare la sicurezza»

L’ordine del giorno al bilancio del consigliere regionale di Forza Italia chiede di rafforzare la sicurezza delle donne nel sistema di trasporto pubblico lombardo: più videosorveglianza e pulsanti SOS, migliore illuminazione nelle aree di attesa, campagne di sensibilizzazione. Un’iniziativa nata dall’ascolto di viaggiatori e associazioni del territorio

La violenza contro le donne si combatte anche sui mezzi pubblici. Licata: «Risorse per rafforzare la sicurezza»

Quasi una molestia su tre avviene sui mezzi pubblici. E un trasporto percepito come non sicuro condiziona lavoro, carriera e libertà di movimento delle donne.
Per questo il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Licata ha presentato un ordine del giorno al bilancio in approvazione al Pirellone che chiede proprio di rafforzare la sicurezza delle donne nel sistema di trasporto pubblico lombardo. L’obiettivo è incrementare videosorveglianza e pulsanti SOS su mezzi e stazioni, migliorare l’illuminazione nelle aree di attesa, realizzare campagne di sensibilizzazione diffuse su tutto il territorio.
L’iniziativa nasce da un confronto costante di Licata con i viaggiatori e alcune associazioni, come Azzurro Donna, gli Stati Generali delle Donne, "La Scelta" di Arcisate, senza dimenticare le sollecitazioni raccolte in occasione del premio promosso da Anemos Italia ODV.

Consigliere Licata, perché il contrasto della violenza contro le donne passa anche da interventi relativi al trasporto pubblico?
«La sicurezza e l’incolumità sono tra i principali ostacoli alla mobilità, soprattutto per le donne, a dirlo è anche una ricerca della Banca Mondiale. È una criticità che emerge con forza nei luoghi della mobilità quotidiana, mezzi pubblici, stazioni e fermate, dove troppe donne vivono situazioni di disagio che condizionano le loro scelte di vita.
Quando il trasporto pubblico non è percepito come sicuro, le conseguenze riguarderanno il lavoro, la carriera e la libertà di movimento. Molte donne modificano orari e percorsi o addirittura rinunciano a spostarsi, per evitare contesti ritenuti a rischio.
I dati ISTAT confermano che quasi 1 molestia su 3 avviene sui mezzi pubblici: un elemento che rende evidente una criticità reale. Tutelare la sicurezza dei passeggeri significa proteggere un diritto fondamentale e affermare con chiarezza un principio di tolleranza zero verso violenze e molestie».

Su questo tema, lei ha presentato un ordine del giorno al bilancio regionale. Che cosa prevede?
«Con l’ordine del giorno ho chiesto alla Regione di destinare risorse specifiche, all’interno del bilancio 2026-2028, per rafforzare la sicurezza delle donne nel sistema di trasporto pubblico lombardo.
In particolare, l’atto impegna la Regione a sostenere interventi concreti: più videosorveglianza e pulsanti SOS su mezzi e stazioni, collegati direttamente alle forze dell’ordine; migliore illuminazione nelle aree di attesa; campagne di sensibilizzazione diffuse su tutto il territorio, che informino e rendano visibili strumenti come il numero antiviolenza 1522».

Come nasce questa iniziativa?
«L’iniziativa nasce da un confronto costante con i viaggiatori e con alcune realtà del territorio di Varese. Azzurro Donna, ad esempio, associazione femminile di Forza Italia molto attiva contro la violenza sulle donne, gli Stati Generali delle Donne che a Varese sono rappresentati da un coordinamento locale, che promuove iniziative di sensibilizzazione, come l'evento "Panchine Rosse" per la lotta contro la violenza, oltre a "La Scelta" di Arcisate.
Molte sollecitazioni in questo senso le ho raccolte quest’anno anche in occasione del prestigioso riconoscimento italiano promosso da Anemos Italia ODV, che si è svolto il 15 novembre scorso a Gallarate e che celebra e premia persone, istituzioni e organizzazioni che si distinguono nella lotta contro la violenza (di genere, bullismo, cyberbullismo) e ogni forma di discriminazione».

A tal proposito, come potranno essere coinvolte le associazioni in questo progetto?
«Le associazioni svolgono un ruolo fondamentale nella progettazione delle iniziative e nella divulgazione delle informazioni. Potrebbero, in particolare, collaborare all’organizzazione di una campagna di sensibilizzazione omogenea e su scala regionale, che promuova le misure che saranno messe in campo».

Ipe


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