Nel luglio del 2021 è stata inaugurata la mostra a Pisa al maestro pisano Orazio Riminaldi. Tuttavia, la Fondazione Sorgente Group di Valter Mainetti ha concesso un prestito importante, permettendo di esplorare il grande pathos di Guido Reni. Il pittore bolognese, noto per l’esaltazione del classicismo, ha creato dei dipinti di grandissima potenza emotiva.
In occasione della mostra “Orazio Riminaldi. Un maestro pisano fra Caravaggio e Gentileschi” al Museo dell’Opera del Duomo di Pisa, si ha avuto l’occasione di ammirare anche Guido Reni, che fu per Riminaldi più di un ispiratore. La piena maturità artistica raggiunta da Riminaldi, infatti, è stata supportata da alcuni pittori in particolare.
Come tutti i grandi artisti, le influenze e le ispirazioni sono alla base dell’arte e della storia. Dopotutto, il pathos di Reni è stato difficile da raggiungere, perché aveva un focus particolare, un suo tratto distintivo. Nella Collezione Mainetti, sono presenti anche alcuni suoi lavori meno ufficiali, che così si ha la possibilità di osservare per comprendere la sua grande maestria.
Guido Reni, la collezione Mainetti
Contrariamente a Caravaggio, Guido Reni ha sempre avuto ben presente il suo obiettivo, che era quello di imitare sì la realtà, ma di renderla in qualche modo più bella. L’idealizzazione di Reni, infatti, è una caratteristica onnipresente nelle sue opere. Anche attraverso la comunicazione dei difetti, si nota sempre la ricerca ossessiva della bellezza ideale.
Dopotutto, Reni stesso scrisse, riferendosi a un quadro su San Michele Arcangelo, che “vorrei aver avuto pennello angelico e forme di paradiso per formar l’arcangelo e vederlo in cielo, ma io non ho potuto salir tant’alto, sicché ho riguardato in quella forma che nell’idea mi sono stabilita”.
Una poetica incredibile, che ricorda dopotutto la forma più pura di arte, in cui si cerca di idealizzare a ogni costo a seconda delle proprie credenze e delle ideologie. Le opere di Guido Reni presenti nella Collezione di Valter Mainetti permettono agli spettatori di concentrarsi principalmente sull’elemento sacro. Dal momento in cui è spesso presente un ambiente vuoto e rarefatto, a rapire l’attenzione è spesso il protagonista del dipinto, senza inutili orpelli a svuotare di significato il contesto.
Tra le opere di Guido Reni di cui la Collezione della Fondazione Sorgente Group si può fregiare troviamo certamente San Pietro Penitente. Questa opera si colloca intorno al 1630 ed è un meraviglioso esempio dell’arte a tutto tondo di Reni, dal momento in cui è stata realizzata nella piena maturità artistica del pittore bolognese.
La mano di Reni, infatti, ha sempre cercato un piano stilistico molto sentimentale, carico di pathos, verso cui è impossibile non sentirsi parte di un disegno divino, di qualcosa di più grande di noi. Perché, di fronte al dipinto, non si può fare altro che lasciarsi coinvolgere dal rimorso e dal pentimento di San Pietro: va a toccare le corde più profonde della nostra anima.
Valter Mainetti, dalla Collezione al sostegno per l’arte
Per comprendere l’impegno di Valter Mainetti nei confronti dell’arte, basta citare le sue parole, rilasciate durante un’intervista a Radio Colonna: “L’arte è una crescita culturale che suscita grande emozione e curiosità”. La sua collezione è infatti sempre in divenire, perché l’obiettivo è di riuscire a riportare anche altri pezzi di arte antica in Italia, restaurandoli e studiandoli, per poi mostrarli al grande pubblico.
Grazie ai capolavori perduti dell’arte antica, inoltre, è possibile ripercorrere i passi dei nostri antenati, cercando di comprendere la nostra identità culturale. La storia dell’arte, dopotutto, è maestra di insegnamento. Tra gli altri imperdibili della collezione di Mainetti, troviamo anche i ritratti dei discendenti di Augusto – esposti al Museo Ara Pacis a Roma – e la collezione dei dipinti dei fratelli Dufy.














