Lei è Beatrice e lui Martino: si vogliono bene, ma da qualche giorno se ne vogliono anche di più perché il dolore e la perdita hanno perfino il potere di aprire un minuscolo spiraglio d'amore ancora più grande rispetto a quello che ci si poteva immaginare.
Lui ha scritto: «Buon viaggio principessa», e poi «amore nostro non ti dimenticheremo mai». Sono le parole, che con le lacrime, arrivano dal cuore forse del dolore più grande che una mamma e un papà possano provare: attendere e amare qualcuno che non vedranno mai. La loro piccola Alice di cinque mesi se ne è andata ancora prima di potersi fare abbracciare e coccolare tra le loro braccia. E loro hanno voluto salutarla così, con quelle parole piene dello stesso amore e dello stesso brivido che avrebbero provato vedendola.
L'hanno salutata postando una bellissima e tenerissima foto: un quadretto con due piedini della loro Alice, piedini che ora camminano nel cielo e nell'anima, stampati e consegnati a Beatrice e Martino dalle persone che, con straordinaria sensibilità, lavorano all'ospedale Del Ponte.
Il silenzio della gente di lago come Beatrice e Martino (lei è di Cerro, lui di Ceresolo di Laveno) è l'unica via da percorrere davanti a una ferita che non si rimarginerà ma che potrebbe forse richiudersi un pochino tra qualche tempo, quando non saranno più soli con questo dolore, anche se già adesso non lo sono.
E' per questo che scriviamo questa storia: per Beatrice e Martino e per tutte le persone che soffrono o hanno sofferto come loro. Martino Caliaro, poi, di scalate e sofferenza se ne intende: lui, il re del Cuvignone, pantaniano doc (indovinate come avrebbe chiamato, o come chiamerà, il suo maschietto?), ha solo da insegnare a noi e a tanti il valore della fatica. Anche di quella che non vorresti mai provare per aver dovuto dire addio a un fiore che stava per sbocciare. Il fiore della vita.
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