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Storie | 02 gennaio 2021, 14:00

Acqua, fuoco, aria: tre elementi in un vortice di cultura

La natura diventa arte, grazie alla ricerca, alla tecnica e a un pizzico di creatività. Lo scrittore varesino Eugenio Manghi ripercorre la sua storia e dimostra come un’amicizia possa trasformarsi in un progetto dal risultato… spettacolare

Eugenio Manghi con il suo ultimo libro "Vortici - Forme d'acqua, di fuoco, di aria". Nella gallery in basso, alcune fotografie tratte dal libro

Eugenio Manghi con il suo ultimo libro "Vortici - Forme d'acqua, di fuoco, di aria". Nella gallery in basso, alcune fotografie tratte dal libro

Eugenio Manghi, 67 anni da poco compiuti, vive a Bodio Lomnago e ha fatto della sua vita una continua avventura. Fin dai tempi dell’università, si dedica alla divulgazione scientifica, alla ricerca, alla fotografia, interessi che lo condurranno a diventare insegnante, pubblicista, documentarista e, ultimo ma non meno importante, scrittore e illustratore.

Oggi, all’inizio di questo nuovo anno, Eugenio racconta il suo percorso, i suoi progetti per il futuro e, soprattutto, presenta il suo ultimo libro, Vortici - Forme d'Acqua, di Fuoco, di Aria pubblicato da Pietro Macchione Editore.

Tra scuola e documentari, nel cuore la creatività

«A cavallo della laurea (in fisica), ho iniziato a scrivere di musica e attrezzature tecniche - racconta lo scrittore varesino - erano anni difficili per trovare lavoro da ricercatore, c’era poca stabilità e i contratti erano brevi, feci la scelta di non entrare nell’industria e di temporeggiare facendo l’insegnante di matematica e fisica, ma volevo di più, avevo bisogno di creatività».

Così, Eugenio inizia a scrivere, fotografare e pubblicare, fino a diventare, nel 1987, pubblicista. La professione di fotogiornalista lo appassiona così tanto da interrompere, dopo sedici anni, l’insegnamento e, nel 1999, fondare una sua casa di produzione video, la White Fox Communications: «Ho iniziato a fare documentari e lavorare come fotografo giornalista su commissione. Piano piano, mi sono spostato sulla regia, anche se fino a una decina di anni fa pubblicavo ancora trenta, trentacinque reportage su riviste nazionali e internazionali».

La strada della creatività e dei video lo porta, nel 2014, a entrare in Rai e realizzare documentari, insieme alla moglie, Annalisa Losacco, quasi in esclusiva per la trasmissione Geo.

Ma, nel cuore, l’amore per la scrittura e per la fotografia non si è mai spento.

Amicizia, creatività, tecnica: i mattoni per costruire le basi di un nuovo progetto

Vortici – Forme d’Acqua, di Fuoco, di Aria è un libro che nasce dal rapporto con Pietro Pirelli, amico storico di Eugenio nonché artista contemporaneo conosciuto in tutto il mondo per le sue performance visive e i suoi lavori elettro-musicali, in cui è ricorrente l’utilizzo di luce laser.

«Un giorno, nel 2015, sono andato a casa di Pietro e ho visto gli idrofoni, sistemi opto-acustici in cui un sottile strato d’acqua, posto su un plexiglass trasparente che viene inciso da un raggio laser, viene fatto “risuonare”. Questo provoca una vibrazione sia dell’acqua sia del laser, creando, così, immagini che vengono proiettate su un muro, con i relativi riflessi».

Un processo complesso e impegnativo, ma che dà origine a risultati così sorprendenti e inaspettati da meritare di essere immortalati; le difficoltà non sono state poche, le immagini dovevano essere quanto più brillanti possibile, la tecnica fotografica è «estrema: ho scattato in un ambiente buio. È stato importante anche il lavoro di post produzione per rendere reale l’impressione visiva, è questa la vera capacità del fotografo, che deve immergersi del tutto nella situazione e concentrarsi su ciò che sta facendo, non si tratta solo di un “click” - spiega Eugenio - Le immagini create dalle idrofanie sono così veloci che non rimangono se non c’è qualcuno che le “congela”, le interpreta e le sistema, la creatività fotografica ha un importante impatto sul risultato finale».

Il lavoro, concluso nel 2018, è stato ripreso nel 2020, quando nuove macchine con laser a impulsi hanno permesso la realizzazione di altre immagini, questa volta più simili al fuoco e alle Aurore Boreali, soggetti che Eugenio conosce bene, grazie a progetti del passato che ancora ricorda. Il fotografo ripercorre le sue esperienze e, con l’amico, ricrea le fiamme, alla ricerca di forme che queste nascondono, non percepite ad occhio nudo e che solo la tecnica e la creatività possono far emergere.

Dall’acqua e dal fuoco il passaggio all’aria è breve: ancora una volta, viene in aiuto a Eugenio il suo primo, vero studio sulle suggestioni grafiche generate dai movimenti incontrollabili delle nuvole. Tre elementi, quindi, che nel libro si integrano alla perfezione, il passaggio dall’uno all’altro è molto fluido, così come lo è dalla fotografia ai testi, scritti sia da Eugenio sia da Pirelli.

Una parte importante di Vortici è la prefazione, o meglio, le prefazioni, in cui tre amici propongono tre differenti punti di vista: la biografia di Manghi a opera di Mario Chiodetti, l’analisi artistica di Antonio Petrich (grazie al quale Eugenio ha scoperto che, nei primi del Novecento, esisteva il movimento dei Vorticisti, ovvero coloro che studiavano l’estetica dei vortici), l’interpretazione fisico-matematica dei vortici di Andrea Bergamasco.

Storia, arte, scienza, ma anche meccanica quantistica e tecnica fotografica si fondono, proprio come due amici, diversi per carattere, unici nel loro genere ma più completi quando sono insieme.

Un ringraziamento speciale e i progetti per il futuro

Negli anni, Eugenio Manghi ha scritto, illustrato e pubblicato più di una ventina di libri, di cui diversi con Pietro Macchione, editore di Varese a cui l'autore riconosce il merito di aver scelto di investire in Vortici, di aver compiuto un’importante operazione culturale.

«Non è facile trovare un editore che abbia il coraggio di uscire in questo periodo con prodotto particolare, più di nicchia e con un costo maggiore rispetto al romanzo - riflette Eugenio - ringrazio Macchione di aver fatto questo salto nel buio. È un "piccolo" editore, ma è autentico».

Il rapporto tra scrittore e casa editrice, iniziato nei primi anni Duemila, è destinato a proseguire, perché, tra i “buoni propositi” per il 2021, oltre alle presentazioni di Vortici (in particolare, a Villa Panza e al Museo MAGA di Gallarate), c’è la volontà di riprendere un progetto, intrapreso nel 2019 e interrotto per la necessità di dedicare tempo alla scrittura dei testi, un’indagine sulle fortificazioni romane collocate su un asse che attraversa Varese, dal Sacro Monte alla zona di Belforte – la prima di una raccolta di studi sulle radici romane del nostro territorio.

Per Eugenio Manghi si prospetta un 2021 ricco di scoperte, di studi, di idee, in nome della curiosità, della creatività, della passione.

Se volete conoscerlo attraverso le sue parole e le sue fotografie - in attesa di incontralo di persona, magari in occasione di una presentazione - e farvi trasportare in una nuova realtà fatta di acqua, aria, fuoco, luci e sensazioni, potete trovare Vortici sul catalogo di Pietro Macchione Editore e contattare l’autore scrivendo una mail a manghivideo@gmail.com  

Giulia Nicora

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