«Sara è una ragazza che ha 29 anni, si è laureata in Interior Design e, fino a pochi mesi, lavorava in uno studio di design». Così si presenta Sara Moalli, 29enne di Gallarate, a una settimana dall’annuncio “ufficiale” della sua vittoria a Bake Off Italia 8, ospite di VareseNoi.it e di altri giornali del gruppo More News per una chiacchierata in diretta streaming (trovate l'intervista completa in fondo all'articolo).
Durante le 14 puntate del cooking show l’abbiamo vista ridere, emozionarsi, piangere, a volte, cadere e rialzarsi, ripartire con ancora più tenacia, imparando dai propri errori e facendo suoi i suggerimenti e le ricette dei giudici.
Un percorso che l’ha portata ad essere consapevole delle sue capacità, a sperimentare, a mettersi alla prova seguendo la strada del suo cuore e della sua passione, fino a vincere il titolo di “Migliore pasticciera amatoriale d’Italia”.
E ora, le chiediamo, quali sorprese la aspettano?
Dallo studio delle cucine allo studio delle torte, i primi dolci di Sara
Dopo la laurea in Interior Design, la nostra pasticciera ha iniziato a lavorare in uno studio milanese di progettazione di interni, soprattutto di cucine - e quale ambiente migliore, in effetti?
«Lavoravo in studio bellissimo, ma c’era sempre qualcosa dentro di me, come se volessi di più non a livello di carriera, ma volevo capire quale fosse la mia vera strada. L’unica cosa di cui mi rendevo conto era che mi piaceva cucinare, la domenica facevo i dolci per la famiglia». È stato questo il momento in cui Sara si è fermata e ha capito che quello che faceva durante i weekend le piaceva più del suo lavoro; ha sempre vissuto con la sensazione che le mancasse qualcosa, fino a quando le è stato chiaro che il suo cuore aveva già scelto la strada giusta per lei, la stava già conducendo verso quel pezzo del puzzle che l’avrebbe resa completa.
Certo, i suoi studi e la sua esperienza di designer l’hanno aiutata, nella sua crescita come pasticciera: «Sono sempre stata abbastanza precisa e meticolosa, anche per quello che è il mio lavoro, bisogna stare attenti alle misure. Prima misuravo gli interni delle case, poi ho misurato gli interni delle torte», racconta Sara, amante, infatti, della pasticceria moderna, delle torte con diverse stratificazioni da assemblare in base a un progetto che, come per le case, deve essere perfetto.
Ecco una curiosità: il primo dolce di Sara non è stata una torta. Durante le superiori, un sabato ha deciso, infatti, di preparare i krapfen e, da allora, non ha mai smesso di “sfornare” ogni fine settimana, sperimentando sempre qualcosa di diverso, da sapori più o meno elaborati a quelli più semplici di una crostata con crema pasticcera e fragole, la sua torta “del cuore”.
Bake Off Italia: l’avventura comincia
La stratificazione, l’attenzione alle diverse preparazioni sono due elementi che hanno caratterizzato anche i dolci che Sara ha preparato durante le prove di Bake off Italia, in cui «quello che metteva davvero ansia era inventare una ricetta da zero, dovevi conoscere tutte le basi delle preparazioni per chiedere gli ingredienti e, dall’altra parte, non sapevi quanto tempo fosse trascorso, magari sono torte che a casa fai in due giorni, lì dovevi farle in due ore!», Sara ripensa alle corse per completare le ricette, al maestro Ernst Knam che le ripeteva di pensare dolci più semplici, ma lei voleva dimostrare le sue capacità.
Anche la torta che Sara ha presentato per iscriversi a Bake Off Italia era molto elaborata: una tartelletta con 7 o 8 preparazioni (ispirata alle creazioni del pasticcere Antonio Bachour) a base di pistacchio. La sua proposta le ha permesso di essere selezionata tra i 16 concorrenti dell’ottava edizione del programma, girato, per lei che è rimasta fino all’ultima puntata, nell’arco di due mesi e mezzo.
Un periodo lungo e difficile, non era possibile tornare a casa, non potevano portare i cellulari sotto il tendone perché avrebbe interferito con i microfoni e il tempo “libero” dalle riprese era poco (la giornata dei concorrenti iniziava al mattino alle 7 e non si interrompeva fino anche alle 10 di sera, in base alla puntata), per cui anche i contatti telefonici con i familiari erano limitati.
Per una persona precisa e organizzata come Sara, inoltre, è stato difficile abituarsi a non sapere quello che sarebbe successo il giorno successivo, sapeva solo l’orario della sveglia; un inizio un po' critico, ma «ammetto che piano piano mi sono lasciata andare, sono andata avanti, non sapevo come sarebbe andata, ma ho cercato di dare il meglio». Quello che è certo, aggiunge con un sorriso e (forse?) un po' di nostalgia, è che «un’adrenalina del genere sarà difficile da rivivere»,
Difficile è stato anche il rapporto con i giudici, all’inizio freddo e impersonale: «Eravamo in 16, non sapevano i nostri nomi, le nostre caratteristiche. Piano piano, si sono aperti, hanno capito il nostro stile di pasticceria, riconoscevano quasi la nostra mano, si fermavano anche di più a parlare con noi fuori dal tendone, soprattutto Csaba e Knam».
Tante prove, tante preparazioni, tante idee, ma l’ingrediente che non è mai mancato è stato la follia, la creatività, la stranezza, potremmo dire, perché in pasticceria è fondamentale anche la parte artistica: «Il dolce deve essere bello e buono, in alcuni pasticcieri sorprende il fatto di essere alla continua ricerca di ingredienti diversi rispetto ai classici, nuovi gusti, abbinamenti tra frutta e spezie. A me piace abbinare il lavoro di designer alla pasticceria», spiega Sara – non è un caso, infatti, se le prove che ha preferito sono state quelle dedicate ai dolci francesi, in cui era importante curare tanto la ricetta quanto l’estetica.
Ci sono state, però, anche alcune difficoltà, ad esempio la preparazione delle cento monoporzioni e della torta “volante” di Knam, di cui i concorrenti avevano la ricetta, ma «devi comunque ragionare, molti dettagli non sono scritti, come le altezze, per questa torta era indicato solo il diametro».
La finale, la vittoria e… i sogni per il futuro
Dopo 14 settimane, finalmente il momento della vittoria, con un annuncio che si fa attendere - «la scena in cui Benedetta Parodi proclama la vincitrice è stata girata più volte con angolature diverse», racconta Sara ripensando all’ansia vissuta in quei pochi minuti.
Tra emozioni trattenute davanti ai microfoni e festeggiamenti limitati, la nostra pasticciera si sta rendendo conto solo ora del suo successo, «faccio fatica a crederci, è sempre stato il mio sogno far vedere che sapevo fare, ci sono riuscita, sono soddisfatta del fatto di saper fare, è servito tanto a me, è qualcosa che ho fatto per me e mi fa stare bene».
In ogni prova, Sara ha ascoltato, studiato, sperimentato, tutto quello che imparato, in particolare alcune preparazioni delle prove tecniche, le è servito per progettare e realizzare la torta che l’ha portata alla vittoria: un dolce che sapeva di freschezza, profumava di soddisfazione ed era colorato come la frutta che riempiva ogni suo strato.
«Ho usato la mia classica sucrée alle noccciole, che era piaciuta ai giudici nel corso delle prove, ho usato un bisquit joconde al cioccolato con nocciole, per il cremoso mango e passion fruit ho preso e rivisitato la ricetta di un cremoso di Damiano da una prova tecnica, come per la vellutata di mango e pesca, la ricetta del gelèe di pesca, invece, era di Knam. La finale è stata girata il 14 agosto, ho pensato a un dolce fresco, leggero, abbastanza stratificato, avevo pensato di farla alta 5 centimetri, in cui dovevano emergere bene il mango, il passion fruit, la pesca e le nocciole, ho cercato di mantenere tutte le misure, l’ho studiata in modo tale che fosse bella da vedere e i gusti fossero bilanciati».
La stessa torta, racconta Sara, verrà realizzata domani, lunedì 14 dicembre, a BakeLab Italia, laboratorio bresciano di Carlo Beltrami e Rosalind Pratt, rispettivamente vincitore e concorrente della quinta edizione di Bake Off Italia.
Proprio questa, annuncia la nostra pasticciera, sarà la sede dei suoi corsi di pasticceria, a partire da marzo.
Nel suo cuore e nelle sue mani ci sono farina, zucchero, uova, ma anche lievito, a Sara piace preparare anche il pane, i panettoni, per questo, nel suo futuro, non si immagina solo una pasticceria, forse un bistrot, forse una soluzione “alternativa” che le permetta di parlare con la gente, di condividere la sua passione, le sue idee, che sia attraverso video ricette o un viaggio nelle pasticcerie italiane, seguendo l’esempio di Chiara Maci, una tra i tanti ospiti che hanno affiancato i giudici sotto il tendone.
Mentre Sara ci ricorda che possiamo vedere le sue creazioni sul canale Instagram @saramoalli_bakeoff8, noi la salutiamo con l’augurio di realizzare tutti i suoi dolcissimi sogni!














