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Varese | 29 ottobre 2020, 13:41

Il Varesotto zona rossa? Fontana: «Spetta al Governo decidere, ma non ci sono ancora i presupposti»

Qualcuno chiede, vista la crescita dei contagi, se non sia il caso di chiudere la provincia di Varese come fu fatto nel Lodigiano. Il governatore lombardo tranquillizza: «Gli ospedali stanno reggendo»

Il Varesotto zona rossa? Fontana: «Spetta al Governo decidere, ma non ci sono ancora i presupposti»

Quasi duemila contagi in una sola giornata. Una crescita incredibile che ha fatto di Varese la seconda provincia in Lombardia per numero di nuovi positivi dopo Milano e la terza in Italia (davanti c'è anche Napoli), con la città capoluogo tra i comuni più colpiti dal Covid. Un dato che allarma non solo i residenti ma la Lombardia intera, con richieste di trasformare il Varesotto in zona rossa, come fu fatto nel Lodigiano durate la prima ondata (Travaglio sul Fatto questa mattina ha scritto: «Che si aspetta a cinturare per qualche settimana questi territori? I dati di Milanese, Brianza e Varesotto sono infinitamente più gravi e allarmanti di quelli della Val Seriana a fine marzo per infetti, contatti non tracciati, morti, ospedali saturi»).

«Tutti i giorni noi inviamo al Governo i nostri dati, che mostrano nel dettaglio l'andamento dei contagi - ha spiegato a VareseNoi il governatore della Lombardia, Attilio Fontana - In base a questi report è il Governo che poi decide come comportarsi. La determinazione di una zona rossa non è competenza regionale. Noi possiamo solo sollecitarla in base agli stimoli che ci arrivano anche dal territorio».

A cominciare dagli ospedali, che ad oggi, seppur sotto pressione come ha spiegato il dottor Francesco Dentali, che ha il compito di dirigere, organizzare e gestire l’Hub Covid dell’ospedale di Circolo (leggi QUI), non sono ancora al collasso. «Credo che non ci siano i presupposti per fare del Varesotto una zona rossa - aggiunge Fontana - L'ospedale di Circolo sta reggendo bene, è prematuro, e aspettiamo di valutare i risultati delle restrizioni appena introdotte».

Valentina Fumagalli

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