Varese ieri ha superato Milano città per numero di contagi. Sono stati 1.902 i nuovi positivi nella nostra provincia (leggi QUI), contro i 1.092 di Milano. Al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Circolo le ambulanze non hanno mai smesso di arrivare e i ricoveri per Covid sono stati 40.
A spiegare le ragioni di questa improvvisa impennata dei contagi e ripresa del virus è il direttore del Dipartimento delle medicine dell’Asst Sette Laghi, il dottor Francesco Dentali, che ha il compito di dirigere, organizzare e gestire l’Hub Covid dell’ospedale di Circolo. «Durante la prima ondata, il nostro territorio è stato meno colpito rispetto ad altri e quindi il numero di persone potenzialmente immuni è più basso. Poi può essere rilevante la vicinanza alla Svizzera: sono diversi i lavoratori frontalieri che si sono infettati. Ancora, molti residenti nella provincia di Varese lavorano a Milano, che è la città al momento più colpita in Italia. A questi tre fattori, si aggiungono gli elementi comuni a tutta l’Europa: i viaggi estivi, la riapertura delle scuole e delle attività lavorative» ha detto in un'intervista a Open, il giornale di Enrico Mentana.
E, purtroppo, il virus è talmente diffuso che non ci sono più cluster a cui ricondurlo. E' fuori controllo e il pronto soccorso dell'ospedale di Varese, come tutta la struttura, al limite della sopportazione. «La pressione in questi giorni è enorme. I numeri stanno andando al di là di ogni possibile piano organizzativo: solo oggi abbiamo ricoverato una quarantina di persone positive e siamo riusciti a trovare un posto letto a tutti. Va considerato che ricoverare un malato Covid non è come ricoverare un malato qualunque: lo sforzo del personale è doppio per evitare la trasmissione del virus. Non c’è mai stato un giorno peggiore di questo e le ambulanze continuano ad arrivare».
La struttura è al limiti della saturazione e si dovrà decidere cosa fare. «La prima cosa è rivedere la scelta di tenere tutti i malati Covid nell’ospedale di Circolo lasciando gli altri ospedali periferici Covid free. Non c’è un segnale di appiattimento della curva dei contagi e ciò mi porta a dire che domani, da 40, i ricoveri nel mio ospedale saranno 50, e dopodomani 60. L’emergenza è grave e il sistema sotto sforzo: gli infermieri stanno facendo turni di 12 ore e tutte le ferie sono state sospese. È anche una questione di tenuta fisica per il personale, che presto arriverà allo stremo. Noi faremo tutto il possibile per curare le persone, ma speriamo di farcela perché io la certezza, oggi, non ce l’ho».
Per capire se le nuove misure anti contagio stiano funzionando bisognerà aspettare almeno una settimana: «Se non ci sarà alcun segno di deflessione del contagio, i provvedimenti saranno da rivedere avendo il coraggio di prendere decisioni più dure. Le persone devono però fare un atto di responsabilità: solo così, al di là dei decreti e del resto, ne potremo uscire. Tutti noi dobbiamo renderci conto, però, della realtà: i posti letto stanno finendo, le ambulanze arrivano in ospedale ad ogni ora del giorno e della notte».