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Calcio | 13 giugno 2020, 15:46

VIDEO: 10 ANNI FA IL VARESE TORNAVA IN B. Sogliano: «Mangiavamo la polvere e l'anima contava più dei soldi. Un giorno chiuderemo il cerchio»

Dieci anni fa, il 13 giugno 2010, i biancorossi conquistarono una promozione in serie B "irripetibile" per tanti, ma non per Sean Sogliano, il papà del miracolo. «Ho la "V" tatuata addosso. Noi siamo luce o buio e conosciamo la strada per tornare dal niente. Non credo alle fusioni, il Varese è il Varese: unico. L'anima conta più della categoria»

VIDEO: 10 ANNI FA IL VARESE TORNAVA IN B. Sogliano: «Mangiavamo la polvere e l'anima contava più dei soldi. Un giorno chiuderemo il cerchio»

«Questo giorno io ce l'ho tatuato addosso» dice Sean Sogliano guardando la piccola grande "V" sulla sua pelle. Sogliano ha sempre preferito non parlare del 13 giugno e del Varese per non farsi, o forse per non farci, troppo male. Perché l'"impossibile" ritorno in serie B di 10 anni fa e tutti i drammi e le illusioni che ne sono seguiti riaprono una ferita e rinfocolano un amore. 

«Mi hanno inviato il video di quel giorno (quello che vi riproponiamo anche noi, grazie a Ezio Mainetti) - dice Sogliano - e ho la pelle d'oca. Tornare in serie B dopo 25 anni nella nostra città, con la nostra squadra, contro tutti e tutto è una cosa che possiamo capire soltanto noi che l'abbiamo vissuta. Forse è irripetibile. Forse...».

«Un'emozione così non passerà, e non passerà neppure il rammarico di ciò che è accaduto dopo», aggiunge Sogliano che ritorna alla scalata che condusse il Varese dall'ultimo posto della Seconda Divisione, anzi dall'Eccellenza, alla serie B, partendo ogni volta sconfitto contro una serie di squadroni più ricchi e più forti, dall'Alessandria al Novara, dal Perugia all'Arezzo, dal Benevento alla Cremonese. «Ma noi avevamo una spinta che nessuno conosceva: tornavamo dal niente. Non riuscivamo neppure a trovare la strada per arrivare ai campi, mangiavamo pane, polvere e povertà. Gli altri avevano i soldi ma noi avevamo tutto: l'anima, la rivincita, il popolo».

Prima di quel 13 giugno e della finale di ritorno con la Cremonese davanti ai 7mila del Franco Ossola, che sarebbero diventato 10mila l'anno dopo nella semifinale per la A contro il Padova, Sogliano disse la frase che è il titolo della storia del Varese: «Saranno lacrime di gioia o dolore, come sempre. Oggi il calcio per me è sempre un'emozione, come allora: preferisco essere amato od odiato, altrimenti farei un altro lavoro. In fondo anche il Varese è così».

«Fu un giorno indimenticabile per tutta la città perché volevamo uscire da dove eravamo partiti, cioè dal nulla: siamo stati capaci di mettere in campo tutto e tutti, 25 anni di emozioni e ferite, sofferenze e sogni. La serie B era una categoria dimenticata ma sognata da tutti: questa fu la nostra magica forza».

Sogliano non ha mai parlato degli ultimi anni del Varese: «Non abbiamo vissuto momenti belli ma il calcio varesino vive di cicli bui e luce improvvisa. Anche nei momenti neri mi sono sempre aggrappato a un sogno: nel 2011, alla fine del primo anno di serie B, mancava soltanto un gradino per chiudere il cerchio. Sembrano così lontani quei giorni... eppure sento ancora le stesse sensazioni di allora e sono convinto che un giorno qualcosa accadrà. La forza di un tifoso del Varese, oggi, è quella di chi non dimentica e difende l'emozione di una squadra unica».

Si sente parlare di titoli da trasferire, ma Sogliano è tranciante: «Non credo alle fusioni. Il Varese è il Varese, ovunque sia, e non può fondersi o essere un'altra squadra ma deve fare la sua strada, qualunque essa sia, e percorrerla fino in fondo, rimanendo se stesso».

Ripensando a quella partita con la Cremonese, Sogliano risente il fischio finale: «L'immagine che ho davanti è quella di tutta la città che corre in mezzo al campo: per Varese fu un momento di follia collettiva. Ho vissuto momenti forti, come a Verona, e sono sceso in C dalla A per restare me stesso e per difendere la mia idea di calcio fatta solo di emozioni, ma un altro 13 giugno non c'è più stato». 

«La dignità sportiva non dipende dalla categoria - chiude Sogliano - e, per come vivo io questo mondo, va messa al primo posto. Meglio rimanere se stessi, magari al buio ancora per un po', difendendo la propria dignità e cercando le persone e il percorso giusto per tornare». 

Lo splendido video di Ezio Mainetti con le emozioni del 13 giugnbo 2010, quando il Varese tornò in serie B dopo 25 anni.




Andrea Confalonieri


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