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Varese | 07 maggio 2020, 15:36

Coronavirus, in due mesi stanziati dal comune di Varese oltre 22 milioni di euro e aiutati oltre 2mila varesini

Sostegno a famiglie e cittadini fragili, opere e appalti, stipendi. Galimberti: «Aiutiamo il sistema economico territoriale».

Coronavirus, in due mesi stanziati dal comune di Varese oltre 22 milioni di euro e aiutati oltre 2mila varesini

Oltre 22 milioni di euro che, partendo dal comune di Varese, hanno raggiunto i cittadini. Tutto in meno di due mesi, da lunedì 24 febbraio a lunedì 20 aprile. È questa la cifra resa disponibile da Palazzo Estense durante l’emergenza Coronavirus: 22.745.568,61 euro che hanno assunto la forma di sostegno diretto a famiglie e cittadini fragili particolarmente colpiti dall’emergenza, pagamenti alle aziende che forniscono servizi e permettono di realizzare appalti e opere in città, stipendi ai dipendenti.

«Il Comune – afferma il sindaco Davide Galimberti – non si è mai fermato. Se da un lato ci siamo impegnati ad aiutare quanti stanno facendo fatica in questi difficili mesi, dall’altro abbiamo continuato a garantire l’attività ordinaria. Su questo, anzi, abbiamo messo un impegno ulteriore, cercando di dare un’accelerazione ai pagamenti in favore di quelle aziende e quelle imprese che lavorano con noi. È un modo per sostenere il sistema economico territoriale e, quindi, per garantire posti di lavoro. Anche attraverso gli enti locali si può migliorare la situazione difficile che stiamo vivendo, così non ci siamo tirati indietro. Per ripartire, come più volte detto, serve il contributo di tutti».

Al pagamento di servizi e appalti è stato riservato, nei due mesi analizzati, il 71,8% delle risorse, per un totale di euro 16.342.426,69. Altro dato importante gli oltre due milioni di euro, per l’esattezza 2.233.750,50 (il 9,8% del totale), che sono stati destinati agli aiuti in favore di famiglie, minori e anziani. Completano il quadro i 3.961.790,46 euro destinati agli stipendi e i 207.600,96 euro di imposte.

«Il Comune di Varese – le parole dell’assessore alle Risorse Cristina Buzzetti – è diventato negli ultimi anni uno dei migliori enti per quanto riguarda i pagamenti: tra la ricezione delle fatture e l’effettivo saldo, infatti, intercorre un periodo medio di 22 giorni. Risultati ottenuti da uffici per lo più vuoti, perché, come indicato dai decreti per le pubbliche amministrazioni, anche a Palazzo Estense abbiamo fatto un massiccio ricorso allo smart working. I numeri mostrano che questo non ha affatto penalizzato l'attività liquidatoria e, pertanto, si può dire che Varese dia l'esempio di un perfetto binomio tra efficienza e sicurezza».

Sono inoltre quasi 850 le famiglie aiutate con i Buoni spesa, per un totale vicino ai 2200 varesini. «Poter aiutare quasi 2200 varesini e 850 famiglie – aggiunge l’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari – non era per niente scontato. A questi numeri vanno poi aggiunti quelli del terzo settore, con il mondo del volontariato che, oltre alle famiglie già normalmente in carico, ha potuto aiutare ulteriori 76 situazioni di fragilità. Questo, comunque, è un lavoro ancora aperto e, pertanto, raggiungeremo sicuramente altre persone; secondo alcune stime, infatti, potremmo arrivare complessivamente a 1000 famiglie e circa 3000 varesini. Un dato importantissimo se calcolato sulla popolazione della città. Occorre considerare che, in assenza di altre risorse che speriamo arrivino, sono lasciate in sospeso 250 domande, mentre altre 450 sono in via di definizione per quanto riguarda la reale condizione di emergenza economica. Per raggiungere l'obiettivo di aiutare tutti quei varesini che abbiamo verificato avere un effettivo bisogno serve però un nuovo ulteriore sforzo. Da parte del Governo e non solo: chiediamo soprattutto alla Regione, e in particolare all'assessore al Welfare Giulio Gallera, di stanziare subito risorse in grado di aiutare le centinaia di famiglie che ancora aspettano una spesa alimentare e tutte le altre che, pur avendo già ottenuto un primo aiuto, continuano a non avere reddito o ne hanno uno fortemente a rischio nelle prossime settimane. Dopo l’impegno di Comune e Governo, insomma, serve anche quello della Regione».

Redazione

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