/ Varese

Varese | 22 aprile 2020, 18:42

Renzo Oldani e quel tocco di umanità nei confronti di chi perde una persona cara: «Il nostro non è solo un lavoro»

Abbiamo fatto visita a Renzo Oldani, in prima linea con il dolore delle persone nella Casa funeraria di Sant'Ambrogio a Varese: «Ci chiedono di custodire gli oggetti lasciati dai loro cari nelle case di riposo. Una nipotina ha voluto lasciare per sempre un biglietto accanto al nonno... In percentuale assoluta i decessi sono aumentati del 25%, ma avevamo già avuto un picco a gennaio»

Renzo Oldani e quel tocco di umanità nei confronti di chi perde una persona cara: «Il nostro non è solo un lavoro»

E' facile uscire arricchiti da una chiacchierata con Renzo Oldani, titolare delle Onoranze Funebri Campo dei Fiori, grazie all'amore e alla passione che mette in tutto ciò che fa: è quello che ci è capitato dopo essere andati a trovarlo nella sua Casa funeraria di Sant'Ambrogio, la prima nel comune di Varese aperta 15 anni fa. 

E' difficile parlare del dolore di tante persone che si rivolgono a Renzo per organizzare l'ultimo saluto ai propri cari, spesso da lontano per colpa del Coronavirus e senza aver potuto dare loro neppure una carezza, così come è difficile per lui e per i suoi 19 dipendenti impegnati da Arcisate-Induno ad Azzate a Malnate, da Varano a Gazzada a quassù «correre sul filo di un rasoio dove dobbiamo controllare anche l'emozione o la commozione che, in qualche momento, potrebbe prendere il sopravvento». Ma l'umanità di Renzo, anche in situazioni così delicate, ci permette di provare a usare le parole giuste di fronte alla sofferenza dei parenti che perdono una persona a cui hanno voluto, vogliono e vorranno sempre bene.

«Noi proviamo a dare attenzione - dice Renzo dietro la mascherina - non possiamo curare una ferita così grande come quella di una perdita ma proviamo a far capire a tutti che siamo qui non solo per fare il nostro lavoro ma perché crediamo in ciò che facciamo e nelle persone, e se possiamo dare un aiuto, oltre che un servizio, non ci tiriamo indietro».

Difficile restare indifferenti quando Renzo racconta quali sono le richieste che arrivano da chi ha perso una mamma, un papà, una nonna o un nonno nelle residenze per anziani e, non potendo accedervi perché gli altri ospiti devono restare al sicuro, «chiede di recuperare e custodire gli oggetti e i ricordi lasciati nelle stanze: è tutto quello che resta di loro oltre al ricordo, noi lo recuperiamo e lo custodiamo con cura finché non potremo riconsegnarlo alle famiglie». 

Ancora più difficile rimanere impassibili quando Renzo mostra le foto di una varesina residente in Belgio, da dove non può muoversi per il lockdown eppure deve organizzare a distanza l'addio a una ragazza down, lottando contro l'idea che possa andarsene da sola, senza neppure un segno di vicinanza. E allora basta una foto o un vestitino giusto, un video su WathsApp con cui condividere in diretta la sepoltura per riempire il cuore di questa signora. Che dopo aver visto le foto girata da Renzo, scrive quattro parole indimenticabili, delicate e struggenti: "Sembra che stia dormendo".

Entrando nella Casa funeraria di Sant'Ambrogio, a cui possono accedere i parenti che non sono Covid-19 o sospetti tali, non si toccano maniglie perché le porte sono automatiche e ci si ritrova in ampie sale controllate e igienizzate che danno serenità «perché anche lo spazio conta, è quel qualcosa in più di fronte a un traguardo che può essere un aiuto fondamentale».

«I messaggi che mi arrivano - dice Oldani - valgono più di tutto il resto, anche se in questo periodo cerchiamo di essere attenti e venire incontro anche sull'aspetto del pagamento»: il piacere di fare qualcosa per gli altri, e di non rimanere distaccati, anche in situazioni dolorose, qui c'è.

Sulle protezioni, Renzo è maniacale. «Devo difendere i miei ragazzi e gli stessi parenti - dice - andiamo vestiti come palombari nelle case e negli istituti, utilizziamo materiale disinfettato, biodegradabile e lenzuoli di formalina seguendo i protocolli ferrei della Regione e della Protezione civile; abbiamo un'ottima collaborazione con il dottor Francesco Fachini del Comune per evitare che un granello di burocrazia diventi un "mostro" insormontabile.

E così, per esempio, nel caso di persone in quarantena per il virus che hanno perso qualcuno, è possibile dare l'assenso alla cremazione attraverso un'autocertificazione telefonica in chiamata WhatsApp invece di doversi recare di persona davanti all'ufficiale di stato civile.
 
Tecnicamente a volte mi sento come un ciclista che ha fatto il Giro e il Tour, e che ha superato montagne, vento, neve e grandine (è questo l'unico riferimento all'amore per la bicicletta di Renzo, organizzatore della Tre Valli con la Binda, perché quando è al lavoro a Sant'Ambrogio, c'è spazio solo per Sant'Ambrogio)».

L'angoscia più grande è provare a colmare il vuoto della distanza: «Una signora è morta nella sua abitazione - dice Renzo, abbassando gli occhi - il marito e i genitori in quarantena non hanno potuto rivederla... abbiamo provato ad aiutarli con un video e con delle foto in diretta, facendo tutte le scelte insieme, fino all'ultimo passo al cimitero.
Tenete conto che i parenti non possono assistere alla chiusura della bara né essere presenti al forno crematorio. Possono venire alla sepoltura in numero ristretto e protetti, se non hanno restrizioni Covid». 

E poi c'è forse il gesto più commovente che ha fatto tentennare anche Oldani, così attento a non cadere da quella lama di rasoio sotto la quale ci sono le lacrime: «Una nipotina ci ha fatto avere un disegnino da sistemare accanto al nonno, che non ha più potuto rivedere, in modo che potesse accompagnarlo per sempre. Il nome di quella bimba è lo stesso della mia nipotina...».

Con Oldani si parla di tutto: dalla necessità che tutte le nuove imprese del settore non siamo organizzate come un dopolavoro o un secondo lavoro (servono personale formato e una struttura, oltre a controlli da parte di Comune e azienda sanitaria su come vengono svolti i funerali) a una proposta di buon senso per riaprire una chiesa o un cimitero con entrate contingentate («Penso a San Vittore, è così grande... basterebbe mettere le persone ai lati della basilica»). 

Poi ci sono le chiamate, che arrivano giorno e notte, e i numeri delle persone che non ce l'hanno fatta: «In percentuale assoluta sono aumentati del 25% rispetto a un anno fa ma avevamo già avuto un picco a gennaio dovuto a polmoniti. Negli ultimi venti giorni ci sono molte più persone Covid certificate».

Si finisce da dove avevamo iniziato, da quel «qualcosa che fa la differenza ed è un'attenzione in più»: nelle stanze del commiato con le urne all'ingresso della Casa funeraria di Sant'Ambrogio, nei funerali di povertà dove le Mercedes con quattro persone in divisa sono le stesse presenti all'ultimo saluto di Zamberletti e Anastasi, nella risposta a chi chiede quanto e come pagare («Come puoi e nel modo in cui puoi»).

Salutando Renzo Oldani, lo ringraziamo per quel tocco di umanità che qui abbiamo trovato e con cui dovrebbero essere sempre scelte e, crediamo, anche valutate tutte le persone che lavorano per la vita e la salute degli altri e di chi ha perso un affetto che, anche grazie a questa umanità, non è mai davvero perduto.

Andrea Confalonieri

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore