Ci sono i sacrifici, tanti, che non si mascherano con il sorriso, ma da questo traggono forza: li stanno affrontando molti piccoli imprenditori della nostra provincia. Tra le attività commerciali e gli esercizi pubblici, che pagano un prezzo particolarmente pesante, diversi hanno attivato il servizio a domicilio gratuito, lanciato e potenziato grazie a Internet e i social. Come i fratelli Massimiliano e Giuseppe Correale, del ristorante Les Lumières a Busto Arsizio.
Che hanno cercato con tutte le loro forze non solo di cucinare e “sfamare” ancora, ma anche di far sentire ai loro clienti quell’ambiente familiare che a loro sta a cuore.
Su Facebook scorre il menù del giorno, ma anche lo scambio dei saluti con i clienti che ordinano le pietanze a casa e intanto conversano, poche battute per cercare di affrontare insieme questo periodo di isolamento. Massimiliano cucina, Giuseppe invece di servire ai tavoli e dire le sue battute va in giro per il quartiere di Sant’Edoardo e non solo a effettuare le consegne.
«Quest'anno siamo venuti noi da te... – hanno esordito i ristoratori di via Milazzo, quando hanno deciso di non rimanere più chiusi ma passare al servizio a domicilio - Quest'anno c'è il Covid 19 che ci tiene lontano... ma solo fisicamente! La dimostrazione che qui si va ben oltre il commerciale, la dimostrazione che questa è una famiglia… una Grande Famiglia». Allora vai di menù e se c’è il famoso “pasticciotto” te lo sussurrano sapendo che non aspettavi altro.
Ma il bello di essere in una famiglia è anche prendersi un po’ in giro. Come quando Giuseppe posta un video dello chef che si lancia in un’esibizione di danza: «Può anche sbagliare i tempi in cucina una volta, ma quando balla…». La voglia di ballare comunque è comune, perché ecco che in un altro filmato si scatena lo stesso Giuseppe, e sul bancone, in un momento di festa prima di questa emergenza.
Uno dei momenti social più intensi è quello dell’anniversario del ristorante pochi giorni fa: «Volevo cogliere l'occasione per il 19esimo di attività che ricade oggi, non per fare gli auguri a noi ma per ringraziare tutti voi di cuore per averci sempre sostenuto. Grazie per aver formato una famiglia con noi. Vi vogliamo bene... e andrà tutto bene! Grazie ad uno ad uno... a tutti!».
Piccole storie di città, che non fanno solitamente rumore, ma bene sì. Perché raccontano l’impegno semplice e autentico di chi ha investito risorse e passione e non si vuole arrendere. Nonostante la fatica e i conti che non possono tornare in questo modo, si va avanti. Anche a passo di danza, per sorridere e far sorridere, mentre si compie il proprio dovere. E pure di più.