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Varese | 10 aprile 2020, 16:09

DEDICATO A CESARE MENON. “We can help": 200 visiere al giorno prodotte da un team di studenti varesini. «Da poco può nascere tanto»

Arianna Molinari, classe '97 di Masnago: «Pensiamo a Cesare Menon, che non ce l'ha fatta a battere il virus, e andiamo avanti anche per lui. Stiamo aiutando anche la Sacra Famiglia e la Cardiologia: ci finanziamo da soli ma mancano cartucce, fogli di PVC, bottoni e scatole per le spedizioni». Li aiutiamo?

DEDICATO A CESARE MENON. “We can help": 200 visiere al giorno prodotte da un team di studenti varesini. «Da poco può nascere tanto»

Varese non guarda impassibile l’emergenza, al contrario si muove, e lo fa correndo sempre più veloce sperando di vedere la fine del tunnel, anche grazie ai suoi giovani, perché proprio degli studenti universitari che risiedono nella nostra città, con una storia simile a quella di quei 5 ragazzi di Casciago che stampano strumenti di protezione medici (leggi QUI), si stanno dando da fare per per aiutare gli enti sanitari della provincia di Varese fornendo visiere protettive.

«Rimango molto colpita quando mi arrivano certi messaggi di ringraziamento, non pensavo saremmo arrivati a tanto: sono davvero entusiasta di dare un piccolo contributo che insieme a quello di altri può diventare molto più grande»: ecco le parole di chi ha lanciato l’iniziativa “We Can Help”, il suo nome è Arianna Molinari, classe 1997 di Masnago, studentessa di Beni Culturali all’Università degli Studi di Milano. Dopo aver regalato tempo fa una stampante 3D al suo ragazzo, Nicolò Broggini, ventisettenne di Bobbiate, Arianna ha deciso di creare un gruppo che è formato proprio dalla coppia e da un loro amico, Cesare Gervasini residente ad Avigno, anche lui ventisettenne: a loto si sono aggiunti altri due nuovi membri in questi ultimi giorni.

«Ho chiesto la disponibilità del mio ragazzo e di un mio amico per realizzare l’idea che abbiamo trovato condivisa open-source da un ragazzo svedese; loro sono due ingegneri meccanici, possiedono entrambi una stampante 3D e hanno accettato la mia proposta: ora, con l’arrivo di Paolo e Federico, arriviamo a produrre 200 visiere protettive al giorno».

Nicolò e Cesare si occupano delle stampe, inviando il modello con la struttura della visiera alla stampante 3D, che una volta ricevuto il segnale comincia il suo lavoro richiedendo dei tempi abbastanza lunghi. Arianna gestisce «le chiamate di chi ci contatta per richiedere le visiere e poi completo l’assemblaggio dei materiali ottenendo il dispositivo di protezione al suo stato finale. Ho dovuto cambiare i miei ritmi quotidiani perché questo mi porta via tantissimo tempo». 

I ragazzi si finanziano da soli e fanno una richiesta specifica a chi può dar loro una mano: non chiedono soldi ma soltanto del materiale necessario alla produzione delle visiere. «Ci mancano le bobine - dicono - che sono le cartucce per le stampanti, dei fogli di PVC formato A4, dei bottoni di plastica e delle scatole per spedire le visiere».

Un progetto, quello di “We Can Help”, che ha potuto nascere grazie all’associazione “S.O.S Varese Aiuta”, e in particolare a Claudio Colombo: il "grazie" è doveroso e meritatissimo, non solo da parte dei ragazzi.

«Finora abbiamo mandato le visiere ad alcune persone che operano nelle strutture sanitarie - spiega Arianna - tra le quali ci sono dei nostri amici fisioterapisti; altre sono andate alle Terrazze di Cunardo, altre ancora agli operatori Covid della Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago, al reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Varese e, per finire, agli operatori di sanificazione sempre di Cocquio».

Solidarietà e dedizione per la causa: c'è tutto in questa iniziativa e Arianna, con commozione, pensa proprio in questo momento a chi non c'è più: «Vogliamo dedicare tutto questo progetto a Cesare Menon, che è il papà di un nostro caro amico che purtroppo è venuto a mancare lo scorso mercoledì proprio per  il Covid-19» (leggi QUI il nostro ricordo di Cesare e l'abbraccio alla famiglia e al figlio Andrea, giocatore del Città di Varese).

Dall'omaggio a Cesare nasce quindi una splendida realtà, una storia dedicata a chi non ce l’ha fatta e se n'è andato, lasciandoci però una possibilità, quella che questi ragazzi hanno compreso, mossi dal cuore: «Da veramente poco può nascere davvero tanto», conclude Arianna.

Andrea Galizia

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