Uniti per dire stop alla violenza sulle donne: questa mattina è partita da Palazzo Estense la camminata per le vie di Varese, per dire assieme no alla violenza di genere.
Organizzata dal Coordinamento Donne Cgil-Cisl-Uil-Spi-Fnp-Uilp e dal Comune di Varese, la marcia è stata un successo. Nemmeno il maltempo ha fermato le centinaia di persone che hanno sfilato per la città con la pettorina “stop alla violenza”. Un corteo ordinato e colorato con in prima fila la giunta in rosa di Palazzo Estense, insieme al sindaco Davide Galimberti.
«La violenza maschile sulle donne è una ferita per tutta la città – ha detto l’assessore con delega alle Pari opportunità, Rossella Dimaggio – Ringrazio il coordinamento donne Cgil Csl, Uil, i centri antiviolenza Eos, Donnasicura, Dicodonna, Icore, la Fondazione Felicita Morandi, le modelle speciali di Soroptimist, Violenzadonna, Gea per la partecipazione e la preziosa presenza istituzionale della Polizia di Stato e dell'ufficio scolastico territoriale».
Il resto lo hanno fatto i tantissimi cittadini, soprattutto giovanissimi, che con la loro partecipazione non hanno solo mandato un segnale, ma hanno contribuito concretamente (per partecipare era richiesta un’offerta minima di 5 euro) al supporto delle attività dei Centri antiviolenza della Rete interistituzionale, a cui sarà devoluto l’intero ricavato della manifestazione.
Alla marcia ha partecipato anche un’ampia delegazione della CGIL di Varese. «Come CGIL siamo orgogliosi che sia stata ricordata in questa occasione la figura di Gabriella Sberviglieri, una donna che ha sempre difeso le donne e i loro diritti ed è stata una dirigente della Cgil a tutto campo – ha detto Umberto Colombo, segretario generale - È importante per il sindacato essere qui oggi, per dire stop alla violenza sulle donne. Ma non basta: ci dobbiamo impegnare ancora di più nei luoghi di lavoro. L'occupazione femminile, anche se è in crescita a Varese, è molto spesso precaria. Ci sono differenze retributive a parità di percorsi professionali. È difficile il rientro al lavoro dalla maternità».