PEAK 6,5
I tabellini, regola non scritta della pallacanestro, sanno essere spesso e volentieri omertosi e bugiardi. Quello di L.J. Peak, nella domenica di grazia appena entrata nella soffitta dei ricordi più dolci, per esempio, racconta con dovizia di particolari una prestazione offensiva rivedibile (3 punti, 1/5 al tiro), sia nel fatturato che nella consapevolezza (di dover essere necessariamente un protagonista: serviranno i suoi punti…). Quello su cui tace del tutto è, invece, l’efficacia del nostro in difesa: fisico, fiato, abnegazione, su Aradori ma non solo. Non ingannino i 18 del Pietrone nazionale: quando c’era davvero da segnare, davanti aveva un muro.
TEPIC 6
Con un buco nel cuore, informiamo i nostri gentili lettori che la rubrica “Alla ricerca di una pagella per Tepic” è momentaneamente sospesa. Motivo? “Lazzarenko", oggi, si è alzato e ha persino camminato. Niente di trascendentale eh: una delle triple del festival balistico collettivo e un paio di rimbalzi. Intendiamoci, signori: stiamo usando l’ironia come una forma di rispetto verso un giocatore che non è (e chissà se sarà mai…) più se stesso, non come un’arma. Anche perché, se dovessimo fare i seri, scriveremmo che tra due settimane, quando rientrerà Clark, la scelta su chi mettere in tribuna (e poi chissà dove…) per sovrabbondanza di stranieri dovrebbe essere facile.
JAKOVICS 9
Cosa fa un tiratore che fa 4/6 da tre? Forse si guadagna un contratto garantito per tutta la stagione… Il “Qualcosa è cambiato” generale vale anche e soprattutto per lui, l’mvp che non ti aspetti, una Pasqua anticipata, una bomba atomica - deflagrata sulla Fortitudo - meno attesa di quella di quel maledetto lunedì a Hiroshima. Perché poi non è nemmeno una questione solo di triple (e di giochi da 4 punti): pericolosità offensiva a tutto tondo e pressione difensiva che ha rivoltato la contesa come un calzino.
NATALI 6
Vivo, concentrato, sudato, persino poco cazziato rispetto al solito (ci è parso eh): Nico e il senso del dovere.
VENE 8
Ci mette un po’ a prendere la mira, va scritto. E l’impressione, tutta nostra per carità, rimane che non debba essere giocatore da 12/15 a partita: Dio gli ha regalato l’intelligenza cestistica che possiede per altri scopi. Quando però trova la mira, non sbaglia più un colpo. Consiglio: non focalizzatevi sui suoi canestri se volete passare una bella domenica, guardate il resto. Guardatelo passare, bloccare, ballare in difesa, mettere le mani al posto giusto e al momento giusto, tagliare, organizzare. Poesia.
SIMMONS 8
Manca di un soffio la seconda doppia-doppia consecutiva. Ma se i numeri sono un vezzo, la sua prova è invece sostanza purissima che ti nutre le cellule. Converte in punti quasi tutti i palloni che vede, è presente a rimbalzo (soprattutto offensivo), annulla completamente - soprattutto - il dirimpettaio gettonaro (Stephens, solo 2 punti segnati) che domenica scorsa si era permesso di fare la voce grossa contro i campioni d’Italia di Venezia. Mezzo voto in meno solo per l’1/5 ai liberi.
MAYO 7,5
La sua bomba da 9 metri allo spegnersi dei secondi nel primo tempo è valsa da sola abbonamento e biglietto. Per il resto, la sua è una domenica da capo che vede i suoi dipendenti lavorare bene e si limita ad amministrare, intervenendo di tanto in tanto. Il timing con cui alterna gestione e protagonismo è uno dei migliori visti da queste parti. E non disprezzeremmo nemmeno la sua difesa.
TAMBONE 7
Il Mat-te-o di oggi piace. A tratti anche molto. Come quando si sente un piccolo Danilovic e trafigge la Fortitudo con l’ennesimo “3+1” incassato della sua storia. O come quando rincorre con profitto gli avversari tenendo alte le gambe che ha. O come quando - ed è un inedito di quest’anno che prova l’esistenza di un ulteriore spazio di crescita - attacca il canestro con voglia.
GANDINI 5,5
Cinque minuti di fiato per Simmons: un tiro sbagliato che poteva mettere, qualche rimbalzo che doveva prendere. E ha preso. Il suo plus/minus, tuttavia, è l’unico negativo della squadra.
FERRERO 5,5
Giornata non appariscente per il capitano, che subisce un poco in difesa e non incide in attacco.