Questa mattina, dalle 5.15 sciopero e presidio davanti la portineria del magazzino Beko di Ternate, dei lavoratori della Cooperativa Astercoop che ha in gestione parte della movimentazione della merce dell’azienda di elettrodomestici.
«Beko è oggetto di un tavolo ministeriale di trattativa al quale le sigle non hanno potuto prendere parte ma dal quale evidentemente i lavoratori che rappresentano hanno subito le conseguenze. La cooperativa ha comunicato che ad oggi non le sono state date garanzie per la prosecuzione dell’appalto e quindi l’operatività cesserà al 31 dicembre 2025 con la conseguente perdita di circa 30 posti di lavoro» affermano Luigi Tabarro (Filt Cgil Varese) e Andrea Crocicchio (Fit Cisl Varese).
Dopo l’apertura dello stato di agitazione negli scorsi giorni, i lavoratori, assistiti dalla FILT-CGIL Varese e della FIT-CISL Varese, hanno dichiarato una prima azione di sciopero con presidio fuori dai cancelli del magazzino di Ternate.
«Le organizzazioni sindacali considerano inaccettabile il ruolo passivo a cui sono stati relegati questi lavoratori che dopo anni di servizio presso l’impianto si ritroveranno senza un posto di lavoro. Non abbiamo potuto partecipare al progetto di riorganizzazione della committenza e abbiamo il timore che al tavolo di trattativa non sia stato adeguatamente preso in considerazione il destino di 30 lavoratori e delle loro famiglie. Non accetteremo passivamente le decisioni dell’azienda e affiancheremo i lavoratori in tutte le forme di protesta che saranno necessarie» dichiarano i due sindacalisti.
«I lavoratori Astercoop subiscono già da tempo gli ammortizzatori sociali e la solidarietà introdotte dalla cooperativa per sopperire ai cali di lavoro e sono già in difficoltà visti gli stipendi bassi e il costo elevato della vita. Questa è la prima di una serie di iniziative che si intendono mettere in campo per la tutela dei posti di lavoro e si chiede con decisione alla cooperativa e alla committenza di aprire un tavolo di trattativa per rivedere la loro posizione e tutelare i posti di lavoro» concludono Tabarro e Crocicchio.














