Per la terza volta a Varese si celebrerà la Giornata internazionale dei diritti delle donne, seppur con un giorno di ritardo, poiché quest’anno la celebrazione del Carnevale coincide con l'8 marzo e ha avuto la priorità. Il corteo, che vedrà la partecipazione di numerose realtà associative locali, si terrà domenica 9 marzo. Il raduno è previsto per le ore 16.00 in Piazza Monte Grappa, con l'intento di dire basta alla cultura patriarcale e di diventare “il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno voce”.
In occasione dello sciopero globale femminista e transfemminista, lanciato a livello nazionale da NonUnaDiMeno con lo slogan "lotto, boicotto, sciopero", FemVa, il collettivo transfemminista della provincia, invita tutte e tutti a partecipare a un momento di condivisione della lotta per la parità dei diritti, una più equa distribuzione del lavoro di cura e la fine delle diverse forme di violenza di genere.
Secondo l'ultimo rapporto dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico, in Lombardia la metà del lavoro domestico è svolto in nero, per l'86,9% da donne, e di queste solo il 20% è italiana. La maggior parte delle lavoratrici proviene da paesi dell'Est Europa, Asia e America. Il settore della cura è da sempre invisibilizzato, e lo sciopero rappresenta anche un'opportunità per ribadire il dissenso verso lo sfruttamento sistematico della manodopera femminile straniera.
Inoltre, i dati di PoliS Lombardia rivelano che, nel primo semestre del 2024, Varese è stata la provincia lombarda con il maggior numero di chiamate al 1522, il numero di emergenza contro la violenza di genere e stalking. Questo dato è allarmante, considerando che due donne su tre in Italia hanno subito almeno un episodio di violenza di genere. FemVa sottolinea che lo sciopero è anche un'opportunità per restare unite e per affermare con forza che sono necessarie misure educative rivolte alla sfera sessuo-affettiva per cambiare lo stato di violenza che subiamo sui nostri corpi.
In questo contesto, le misure adottate dal governo per la nostra sicurezza fisica, mentale ed economica non rispondono alle reali necessità delle cittadine. Il recente ddl 1660, che limita la libertà di manifestare, reprime i movimenti che utilizzano il pensiero critico per costruire alternative e colpisce le comunità già marginalizzate dal sistema economico. Per questo, FemVa ribadisce che è più che mai il momento di farsi sentire nelle piazze, al fianco dei movimenti ecologisti, antirazzisti, contro le guerre, per la Palestina, anticapitalisti e anticoloniali, un’occasione per esprimere rabbia e dissenso contro un sistema che sfrutta, opprime e reprime.



















