Un rosso vellutato, simbolo della vita, per una pianta forte e tenace, in grado di produrre grandi mazzi di infiorescenze, a indicare l'importanza del fare squadra e dello stare insieme
Una pianta molto forte e resistente, che non crea fiori singoli, ma appunto a mazzi, un po’ a simboleggiare il lavoro di squadra essenziale in sanità. I fiori sono poi di colore rosso, a simboleggiare la vita: un rosso scuro nella fase del bocciolo, che poi vira sul chiaro, con toni vellutati.
Sono queste le caratteristiche della rosa “La Cura”, marchio depositato presso l'ufficio marchi e brevetti della Camera di Commercio di Pistoia, creata da Rose Barni, Vivaisti dal 1882.
La nuova rosa è già stata donata ufficialmente per la prima volta all’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia in occasione degli eventi organizzati per la Giornata internazionale dell'infermiere lo scorso, mentre oggi viene donata anche all’Ordine degli Infermieri di Varese dall’Amministrazione Comunale di Induno Olona e da Asfarm oltre ad essere messa a dimora nel Roseto della Pace che fa parte della struttura di soggiorno per persone anziane auto e non autosufficienti di A.S.Far.M., l'Azienda Speciale del Comune di lnduno Olona che, prossima ai 30 anni di attività, si occupa di salute e servizi sociosanitari a favore della collettività indunese e non solo.
Rose Barni ha cominciato a specializzarsi nella coltivazione della Rosa negli anni ’30-’40, inizialmente selezionando le migliori varietà provenienti da tutto il mondo, poi diventando sempre più autonomi nella produzione e nella ricerca in proprio, fino a diventare oggi un punto di riferimento nel mondo della Rosa.
«Creare una nuova rosa richiede un lavoro lungo e articolato - spiega Beatrice Barni, co-titolare, insieme al cugino Vittorio Barni, dell'azienda Rose Barni - e anche “La Cura&” non ha fatto eccezione. Siamo partiti quattro anni fa, nell'estate del 2020, in pieno Covid, da un'idea dell'infermiere Francesco Branchetti, che venne al vivaio e ci chiese se fossimo disponibili a celebrare con un fiore l'impegno eccezionale della categoria nel periodo pandemico. Abbiamo subito accolto la richiesta con entusiasmo e lavorato a un nuovo ibrido che potesse riassumere le caratteristiche della professione infermieristica. Si tratta di una rosa a cespuglio a mazzi, ottenuta ibridando altre nostre rose».