Il nuovo assetto viabilistico di via Valle Olona – con zona 30 e ciclabili (leggi qui) – ha scatenato i commenti nei gruppi social dedicati alla città di Busto Arsizio. Prevalgono nettamente quelli negativi, per quanto le proteste su Facebook non possano essere considerate un “sondaggio” attendibile. E il tema ha rianimato anche la discussione all’interno del centrodestra, con i partiti ormai insofferenti a interventi di questo tipo (leggi qui).
In ogni caso, riceviamo e pubblichiamo l’intervento con cui l’architetto Marco Fardelli, esperto promotore della mobilità ciclistica, chiarisce alcuni aspetti.
In questi giorni fa discutere la realizzazione delle corsie ciclabili su via Valle Olona. Vengono frequentemente ribattezzate “piste ciclabili” con qualche commento perplesso sulla sicurezza, sulla dimensione, sul sacrificio di spazio, sulla impossibilità di percorrere la strada da parte di due autovetture, sugli ostacoli per i mezzi di raccolta della spazzatura ecc.
Cerchiamo se possibile di fare chiarezza. Quelle che si vedono nelle foto di via Valle Olona sono "corsie ciclabili" ed hanno una caratteristica fondamentale: sono valicabili per brevi tratti da un'autovettura o da un altro mezzo motore a patto che in quel momento non siano impegnate in quel tratto da una persona che viaggia in bicicletta. Quindi gli autoveicoli in transito quando sono costretti ad occupare le corsie ciclabili (per esempio incrociando un altro mezzo a motore in senso contrario) hanno sempre l’obbligo di dare la precedenza a chi sta viaggiando in bicicletta.
La caratteristica della “valicabilità” la rende adatta anche ad essere realizzata in adiacenza ai parcheggi in strada in quanto le auto possono attraversarla per accedere all’area di sosta.
Questa è una delle differenze fondamentali rispetto alle piste ciclabili che sono quelle caratterizzate dalla linea bianca e la linea gialla che invece “non sono valicabili”.
Da questo si capisce che non c’è nessun “restringimento della carreggiata” per il transito dei mezzi a motore. Trattandosi di corsia “valicabile per brevi tratti” la larghezza della parte utilizzabile della strada rimane la stessa. La presenza delle righe tratteggiate a terra segnala visivamente la possibilità che su quel tratto di strada ci sia un altro utente in bicicletta.
Le corsie ciclabili (ce ne sono anche altre di recente realizzazione in giro in città) sono tracciate in zone residenziali dove ci sono persone che si muovono a piedi, che accompagnano bambini, persone in giro col cane, persone col passeggino, sulla sedia a rotelle, che vanno in bicicletta ecc. Attraversare in auto una qualsiasi zona residenziale richiede cautela perché la possibilità di “incrociare” altri utenti in direzione perpendicolare o contraria è altissima. Nella fattispecie si tratta della via Valle Olona, una zona residenziale densamente abitata, con la presenza tra l’altro di una scuola e di un campo da calcio dove si allenano i ragazzini.
La corsia ciclabile di suo non ha la capacità autonoma di generare “un frontale” perché in ogni caso se non ci sono le condizioni, ossia spazio e visibilità liberi, gli automobilisti non possono superare chi viaggia in bicicletta a meno di non propendere per la compenetrazione dei corpi.
Aggiungo che gran parte delle strade di Busto Arsizio, per precedenti scelte urbanistiche, è più ampia di quello che il Codice della Strada stabilisce come minimo di larghezza.
Termino dicendo che in strada si viaggia anche in bicicletta. E in bicicletta si va anche al lavoro. Chi va a lavorare in bicicletta, tanto quanto chi viaggia in macchina, non vuole "perdere tempo” perché deve andare a lavorare.
Sempre tenendo a mente che una bicicletta in strada è una macchina in meno in coda al semaforo ed un posto auto libero in centro in più.