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Territorio | 03 marzo 2024, 10:29

Omicidio di Andrea Bossi, alla ricerca della verità

Nella mattinata di ieri sono stati interrogati Douglas Carolo e Michele Caglioni: uno ha scelto la via del silenzio, l’altro di parlare. Cosa sappiamo fino ad oggi

Omicidio di Andrea Bossi, alla ricerca della verità

Ieri mattina in tribunale a Busto Arsizio sono stati interrogati Douglas Carolo e Michele Caglioni, accusati dell’omicidio di Andrea Bossi avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 gennaio nel suo appartamento a Cairate. Ricostruiamo gli elementi apparsi finora e i diversi punti interrogativi.

Cosa sia accaduto davvero all’interno di quelle mura non si può ancora dire con certezza, Douglas Carolo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre dalle informazioni trapelate Michele Caglioni avrebbe parlato e affermato di non aver ucciso lui il povero Andrea (LEGGI QUI E QUI).

Sappiamo però, con certezza, che proprio il 26enne di Fagnano aveva chiuso sul balcone il suo cane, probabilmente perché chi è entrato da quella porta aveva paura. Lo stesso cane che alle 23.41 è stato registrato, da una telecamera dotata di microfono di un vicino, mentre abbaiava, quasi guaiva, forse perché dall’esterno ha visto cosa stava accadendo in quella casa al suo padrone. Poi il tonfo, sentito dalla vicina di casa alle 23.43 e di nuovo il silenzio, classico di quella zona al confine di Cairate dove, andando verso Castelseprio, ci sono solo campi.

Proprio in quei campi, sembrerebbe grazie a Caglioni, sono stati ritrovati degli oggetti: una scarpa insanguinata, un posacenere, un bicchiere, pezzi del telefono di Andrea e i suoi mazzi di chiavi. Ognuno di essi, ha un collegamento con l’omicidio.

Il posacenere, con quasi assoluta certezza, corrisponde all’oggetto contundente che ha colpito Andrea prima della coltellata mortale, la scarpa insanguinata sembrerebbe corrispondere con un’impronta trovata all’interno dell’appartamento e il bicchiere potrebbe avere traccia del Dna del suo assassino. Per questo motivo i Ris di Parma stanno analizzando questi oggetti.

I mazzi di chiavi sono due, uno quello attuale, l’altro quello vecchio, il che porta a supporre a una premeditazione, dato che Andrea aveva dovuto cambiare serratura proprio in seguito alla scomparsa di quel mazzo. E i pezzi del suo cellulare, distrutto per eliminarne il contenuto.

Ma chi era dentro l’appartamento, non l’ha lasciato a mani vuote: ha rubato l’oro e le carte di credito di Andrea. Proprio queste ultime sono state utilizzate la stessa notte, alle 4.39, a uno sportello automatico le cui telecamere hanno ripreso in volto uno dei due ragazzi, mentre l’altro è stato riconosciuto dai vestiti.

All’alba di mercoledì mattina,
quando gli agenti hanno proceduto all’arresto dei due ventenni, hanno ritrovato parte dei gioielli e le ricevute di alcuni compro oro della zona, dove era presente l’altra parte di refurtiva che è stata messa sotto sequestro.

Se Michele Caglioni ha deciso di parlare in seguito alle manette, non si può dire lo stesso di Douglas Carolo che già nel colloquio di venerdì mattina con i suoi legali, Vincenzo Sparaco e Gianmatteo Rona, aveva affermato di essere totalmente estraneo ai fatti e di non essere nemmeno lì quella sera, nella mattinata di ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Michela Scandroglio

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