Crescono i lavoratori stranieri impiegati in Svizzera a livello nazionale ed il trend di aumento si registra anche in Ticino. Alla fine di settembre, il numero di frontalieri attivi nella Confederazione è infatti salito a quota 391.000, in aumento del 4,4% rispetto al terzo trimestre 2022.
In Ticino questi hanno raggiunto quota 79.200, in crescita del 2,9% su un anno, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST).
In termini assoluti, l’incremento rispetto a dodici mesi prima è stato di 16.377 frontalieri a livello nazionale e di 2.209 a livello cantonale. Il settore economico dove la crescita è stata maggiore è il terziario: 113.548 (+5,3%) in Svizzera e 1.896 che equivale ad un aumento del 3,7% in Ticino. Proprio questa inarrestabile corsa dei lavoratori delle province di Varese, Como e VCO crea maggiori malumori politici oltre frontiera, perché di fatto sostituiscono una fetta di manodopera.
Da dove vengono i frontalieri attivi nei cantoni? A livello nazionale, poco più della metà di tutti costoro era domiciliata in Francia (56,4%), il 23,8% in Italia e il 16,6% in Germania. Negli ultimi cinque anni il loro numero è aumentato da 327.000 nel terzo trimestre 2018 a 391.000 nello stesso periodo di quest’anno, con un incremento pari al 19,5%, precisa l’UST.
Questi sono dati censiti quando il nuovo accordo era ancora di là da venire, resta da capire se il nuovo regime di tassazione cambierà queste cifre nel prossimo rapporto a primavera.














