Un centinaio di persone hanno deciso di raccogliere l’invito del Centro Icore e di partecipare alla 9 edizione di “Una Marcia per rompere il silenzio”, la camminata amatoriale organizzata dal centro anti violenza in collaborazione con la cooperativa La Banda per sensibilizzare la popolazione della Valle su questo importantissimo tema.
Il gruppo è partito nel pomeriggio di domenica 24 settembre da piazza Sant’Ilario a Marnate e ha percorso a piedi, indossando la pettorina rosa simbolo dell’associazione, la Valle sino ad arrivare a Olgiate al Parco di Villa Gonzaga, dove ad attenderli c’era un breve rinfresco ed una piccola mostra che riportava le frasi di alcune donne vittime di violenza assistite dal Centro.
«Questa è una marcia simbolica – spiega la presidente del Centro Icore Luciana Lucetto – che passo dopo passo vuole cercare di cambiare, e scardinare, il modo in cui pensiamo e percepiamo la violenza, quella cultura che spesso non ci fa vedere il problema, e che deve essere cambiata.
Passo dopo passo vogliamo demolire questo modo di pensare alla violenza e insegnare a tutti, partendo dalle scuole e dalle famiglie, ad avere rispetto per le donne e i loro diritti».
Un problema, quello della violenza sulle donne, che spesso ci sembra lontano da noi, qualcosa che sentiamo solo al telegiornale e che non appartiene al nostro quotidiano, ma come sottolinea Luciana Lucetto, niente può essere più sbagliato: «I numeri sono in aumento, spesso pensiamo che siano cose che da noi non succedono, ma succedono, eccome e a subirle può essere la nostra vicina di casa, la nostra ex compagna di classe, un’amica.
L’importante è far capire alle donne che non sono sole e che quando si trovano a vivere queste situazioni possono rivolgersi al centro anti violenza, dove troveranno supporto e aiuto».
La presidente del Centro Icore, poi, si è voluta concentrare su un aspetto della violenza troppo spesso trascurato, quello della “violenza assistita”; così vengono definiti i comportamenti violenti a cui i bambini assistono ogni giorno sin da piccoli all’interno delle mura domestiche e che condiziona pesantemente il loro percorso di crescita.
«I figlie delle coppie in cui la madre subisce violenza, sia essa verbale, fisica o psicologica – ricorda Luciana Lucetto – vivono ogni giorno questo tipo di situazioni, e finiscono per convincersi che questa sia la normalità, che i rapporti funzionino veramente in questo modo.
Non conoscono nulla di diverso, e questo li porterà, con tutta probabilità, a ripetere gli stessi schemi una volta adulti; è anche per questo motivo che oggi vengono a chiederci aiuto moltissime giovani donne, che si sono rese conto di essere finite nello stesso tipo di relazione che avevano i loro genitori, a cui, per fortuna, hanno trovato la forza di sottrarsi».
Ecco perché realtà come quella del Centro Icore sono così importanti, poiché rappresentante un luogo sicuro a cui rivolgersi per le vittime di violenza, un luogo dove trovare sia quell’aiuto concreto per allontanarsi da casa, sia quel supporto psicologico necessario per iniziare a riprendersi e a ricostruire la propria vita.
«Tutto questo – ribadisce la presidente – non sarebbe possibile senza il lavoro delle volontarie che ci affiancano ogni giorno; purtroppo, però, le donne che si rivolgono a noi sono sempre di più, e per aiutarle al meglio sono necessarie sempre più persone.
Per questo faccio un appello: donate qualche ora del vostro tempo per venire a lavorare con noi».
L’occasione della camminata è servita anche alla cooperativa La Banda per presentare il progetto “Riscatto il futuro” che intende sensibilizzare la comunità locale rispetto al tema della violenza di genere e rafforzare i legami solidaristici per contrastarne la cultura.
«È un progetto educativo che è ai blocchi di partenza – spiega Marta Zambon – che è stato finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto; è un progetto che a breve inizierà a dare i suoi frutti, e che riguarda, tra le altre cose, la conquista dell’autonomia da parte delle donne vittime di violenza».
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