«Il nostro fine non è solo didattico, scolastico, ma di crescita personale, vogliamo creare un luogo sicuro dove i ragazzi possano raccontarsi». Non è un caso che il motto che anima il doposcuola dei Frati, l’oasi di Santa Chiara, sia “Tu vali dieci e lode” e non è un caso che la coordinatrice dell’attività Elena Raimondi insista molto sull’autostima, sul fare in modo che quei ragazzi – molti dei quali stranieri e con difficoltà relazionali – stiano bene, si sentano a casa loro, imparino a credere che loro valgono qualcosa, che contano in questo mondo, che non sono dei numeri e che anche se hanno meritato un brutto voto a scuola, loro comunque valgono tanto.
Obiettivi significativi a cui i numeri danno ragione: una cinquantina di ragazzi, 21 nella primaria, 25 nella secondaria inferiore e due in quella superiore, da tutti i Paesi del mondo. Provengono da Marocco, Egitto, Tunisia, Ucraina, Pakistan, paesi latino-americani, con problemi linguistici, ma anche di apprendimento. Molti frequentano l’istituto comprensivo Tommaseo, ma alcuni anche le scuole Manzoni e di Castellanza.
Ma a tendere loro una mano c’è una trentina di volontari che si alternano tutti i giorni della settimana, coprendo i turni del pomeriggio da lunedì al venerdì. «Questa iniziativa – precisa la referente - conta su un discreto numero di volontari, ma non siamo mai abbastanza per aiutare e soddisfare tutte le richieste che pervengono ogni anno. Infatti abbiamo una lunghissima lista d'attesa, ma ahimè pochi soldi per soddisfare tutti».
Il doposcuola è gratuito, ma tra i costi vanno considerati il pagamento di luce e riscaldamento, materiale didattico e pulizia dei locali. Da qui l’appello a chi volesse dare un sostegno economico, Iban della parrocchia dei Frati: IT23Q0840422800000000002245
Stretta anche la collaborazione con le scuole e i servizi della rete territoriale. «Fondamentale è la relazione con le famiglie, gli insegnanti, psicologi, terapisti e altre figure di supporto – prosegue – Preziosissimo il rapporto di collaborazione con presidi e docenti, importante per redigere piani d’intervento individualizzati, dove naturalmente i ragazzi devono essere protagonisti. Così ragazzi e famiglie possono contare su un luogo dove, accanto a “fare i compiti” si sperimentano relazioni, cura, socialità, impegno verso sé e gli altri. Dunque un luogo prezioso in cui vivere accoglienza e attenzione reciproca e testimoniare fiducia, nonché investire sul futuro».
Così il doposcuola punta anche a contrastare il disagio dei ragazzi, l’abbandono scolastico che sta aumentando e dopo la pandemia anche atteggiamenti rischiosissimi di autolesionismo e depressione tra gli adolescenti.