A denunciare lo stallo in cui ormai da mesi si trovano i castellanzesi che lo scorso anno hanno perso il medico di base a causa dei pensionamenti è, ancora una volta, il locale circolo del Pd, che sottolinea come Ats e Asst continuino a non fornire risposte concrete al problema.
«Un mese fa – spiega il segretario Alberto Dell’Acqua – abbiamo inoltrato una richiesta di incontro pubblico ad Ats Insubria e Asst Valle Olona, affinché spiegassero ai cittadini cosa intendono fare per fronteggiare le mancanze della sanità sul nostro territorio.
In risposta ci hanno inviato una semplice mail senza dare alcuna disponibilità, in cui ci è stato fornito un elenco di cose che sono state fatte, male a nostro parere, nonché un lungo scaricabarile di responsabilità su altri enti».
Risposte inaccettabile, secondo i rappresentati del Pd castellanzese, che ancora una volta sottolineano come la narrazione dei due organismi sia totalmente divergente dalla realtà vissuta da chi risiede in città.
«Ats e Asst raccontano la loro versione della storia, nella quale tutto va bene e non ci sono problemi – prosegue Dell’Acqua – aggiungendo però una frase che chiarisce oggi il tipo di azione intrapresa: riducendosi il numero di assistiti, ridurranno la presenza dei medici; peccato, però, che chi è riuscito a trovare un medico, lo ha fatto rivolgendosi a chi esercita fuori città, soluzione non accessibile a tutti.
Per noi, dunque, resta chiaro un solo punto: i cittadini di Castellanza senza medico continuano ad essere 3.500 e i giorni di attesa per le prescrizioni aumentano invece che diminuire: siamo arrivati a sette giorni».
Una situazione, dunque, insostenibile, che non solo crea disagi a chi la vive ogni giorno, ma può anche rappresentare un pericolo per la salute di coloro che assumono farmaci salvavita e che a volte rischiano di rimanerne sprovvisti per alcuni giorni.
«Dai primi di maggio gli orari di servizio dei medici della struttura è stato dimezzato – sottolinea Dell’Acqua – e chi è di turno si trova ad avere un bacino di utenza di tremilacinquecento pazienti, senza essere messo nelle condizioni di avere un rapporto continuativo con i pazienti. La sanità regionale è nel caos più totale, c'è disorganizzazione generalizzata e i medici che prestano servizio non vengono messi nelle giuste condizioni per lavorare in maniera più efficace e con compensi adeguati».
E ancora afferma: «È ormai evidente che servono strumenti normativi ulteriori per dare soluzioni che sblocchino questa situazione incresciosa, noi crediamo che Ats e Asst siano ampiamente titolati per scuotere la politica locale, regionale e nazionale affinché questi strumenti diventino effettivi».