Brebbia dà un "calcio al cancro" per continuare la battaglia di Erika Gibellini che come una vera leonessa ha sempre combattuto.
"Un calcio al cancro" è il titolo della manifestazione sportiva, benefica e solidale in programma al campo sportivo di via Garibaldi a Brebbia domenica 11 giugno: un evento giunto alla seconda edizione, organizzato da papà Gibe Massimiliano Gibellini con i volontari dell'associazione "Progetto Erika Fuck the Cancer" in collaborazione con l'Acd Brebbia.
«Una giornata di sensibilizzazione, di solidarietà ma anche di festa per essere sempre più di sostegno a chi soffre e alle loro famiglie non tralasciando mai la ricerca un fattore importante per accendere la speranza» spiega papà Gibe.
Il programma prevede alle 10 l'apertura dei cancelli e alle 10.15 l'inizio del torneo di calcio tra varie categorie con la possibilità per tutti i bambini di giocare. Alle 10.30 è previsto l'arrivo del Vespa Club Tre Laghi con esposizione dei mezzi storici.
Alle 11 la dimostrazione delle sculture in legno con Ema Resegusc e alle 12 l'apertura dello stand gastronomico dove si potranno gustare patatine, salamelle, le costine western e pasta al pomodoro, mentre il bar resterà aperto per tutta la giornata.
Alle 13.45 si riprende con le bolle di sapone, poi alle 14.30 dimostrazione di prove di regolarità con abbinate prove di destrezza del Vespa Club Tre Laghi.
Sempre in tema di mezzi d'epoca, alle 16 è previsto l'arrivo delle mitiche Fiat 600 del 1° Club nazionale Fiat 600 di Besozzo che al campo sportivo di Brebbia concluderanno la 600 Miglia.
Alle 17 l'aperitivo e alle 17.30 la partita amichevole tra Cuori Eroi e il Team Fuck the Cancer capitanata da Gianluca Arena.
Per l'intera giornata saranno aperti laboratori per bambini, truccabimbi, gonfiabili, il gioco del tappo e animazioni varie.
Massimiliano Gibellini invita tutti a partecipare.
«Vi aspettiamo e siamo certi che il vostro sostegno non mancherà anche perché Erika nella sua breve vita ha lasciato tanto dentro di noi e oggi noi abbiamo l’obbligo e il piacere di portare avanti quello che lei ha iniziato con forza e coraggio. Anche una piccola goccia riempie il mare, quel mare chiamato speranza» conclude papà Gibe.