- 20 marzo 2023, 08:10

VIDEO. Il cerchio di Jorge che ricorda quello di Giovanni: così la Pro Patria manda il suo messaggio. Prima di tutto a se stessa

Il pareggio di Alessandria è qualcosa di più di un punto messo nel paniere: lo raccontano - anche - queste immagini con i tigrotti radunati da Vargas. Il calcio è ancora qualcosa di magico, persino e forse soprattutto nei momenti difficili

Il cerchio di Vargas, per cortesia di Chiara Fazzari

Il cerchio di Vargas, per cortesia di Chiara Fazzari

Alessandria, un pari capovolto per la Pro Patria rispetto al match casalingo rispetto al Novara: agguantato all'ultimo. Un altro punto che spazza via il bottino pari a zero delle quattro sconfitte consecutive, in più c'è il rapporto con i tifosi da chiarire. A Trieste, andando via si è agito per amarezza, non certo per rabbia contro i sostenitori fedelmente lì: l'aveva già detto Vargas alla vigilia del match con la Juve.

Ma oltre al saluto ai tifosi accade qualcos'altro che la tifosa Chiara Fazzari immortala in un video. Un momento emozionante, un fuorionda del mare di emozioni che il calcio sapeva assicurare e a tratti anche oggi. Vargas chiama tutti i tigrotti al centro e per un minuto circa tutti restano così, immobili e uniti.

Ricorda il cerchio di Cusatis, un mister che di salite è esperto e che le ha affrontate pure controvento. Ce la descrisse così bene, a Stadio Aperto, quella scelta. LEGGI QUI  «Dopo una sconfitta ho riunito tutti in mezzo al campo, è stata una ricarica».

L'impresa di quell'anno è nota a tutti i tifosi della Pro Patria.

Oggi Vargas ha radunato i suoi ragazzi così. Al centro del campo e del cuore. La Pro Patria ha mandato un messaggio, prima di tutto a se stessa. Sì, si era stabilmente nella zona dei playoff e ora va riconquistata; anzi bisogna cristallizzare la salvezza nella matematica. Sì, come si lamenta qualche tifoso: in sei gare, quindi potenzialmente 18 punti, se ne sono messi da parte 2. Ma sono stati guadagnati nelle ultime due gare, uno spirito molto diverso quello visto in campo. 

Il cerchio di Jorge, il cerchio di Giovanni. Il filo che unisce i tempi, senza esaltazioni fuori luogo, ma sussurra che il calcio è ancora qualcosa di magico, persino e forse soprattutto nei momenti difficili.

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Marilena Lualdi

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