I ragazzi della compagnia teatrale dell’oratorio San Filippo di Busto Arsizio tornano in scena… trent’anni dopo.
Un tuffo nel passato che il 12 e 13 maggio riporterà sul palco del teatro Manzoni, con una commedia liberamente tratta da Aggiungi un posto a tavola, attori e ballerini con “qualche” primavera in più alle spalle, ma l’entusiasmo e la passione degli anni Novanta.
L’iniziativa – oltre a consentire a un gruppo di amici di ritrovarsi – permetterà di sostenere la sala della parrocchia di San Michele.
Era il 1993 quando la compagnia iniziò a muovere i primi passi. A guidare ragazzi e ragazze erano gli educatori insieme al coadiutore don Luca Raimondi, oggi vescovo ausiliare di Milano, che a maggio sarà presente al Manzoni.
«Si trattava di una delle tante attività che ancora oggi vengono svolte con gli adolescenti dell’oratorio – spiega Daniele Nunziata, protagonista sia come attore che come motore dell’iniziativa –. Io, insieme ad altri, sono rimasto legato all’ambiente dell’oratorio. E, poiché dopo due anni di pandemia diversi teatri stanno incontrando qualche difficoltà a rimettersi in moto, abbiamo pensato di richiamare quelli che allora erano i ragazzi della compagnia e riproporre lo stesso spettacolo, con lo scopo di ritrovarsi ma anche di donare l’incasso al teatro Manzoni».
Con qualche telefonata e qualche messaggio, la compagnia si è riunita, come se da allora non fossero passati trenta lunghi anni. «Tutti hanno aderito con entusiasmo, anche chi ormai era uscito “dal giro”», racconta Nunziata. Per l’occasione, tornerà a Busto anche monsignor Raimondi: «Gli abbiamo chiesto di introdurre lo spettacolo, come trent’anni fa».
Le prove sono iniziate da un paio di mesi e le rappresentazioni si terranno venerdì 12 e sabato 13 maggio: «Abbiamo deciso di concentrare tutto in pochi mesi, anche per non togliere spazio ai ragazzi dell’oratorio che stanno a loro volta preparando un musical».
Per quanto riguarda gli “ex ragazzi”, invece, tornare a provare il copione liberamente ispirato alla commedia di Garinei e Giovannini è stato come riaprire un cassetto della memoria, riportando alla mente le esperienze vissute a sedici o diciotto anni.
La “prima” risale al 1994, poi ci furono alcune repliche. In quel gruppo di amici c’era anche Marco Cirigliano, conosciuto a Busto per l’impegno in ambito politico e sociale, e con una duratura passione per il teatro.
«È straordinario tornare in scena a trent’anni di distanza – dice –. C’è gente che non si vedeva da tantissimo tempo, ma nessuno si è tirato indietro».
Tra i protagonisti si potrà forse notare qualche ruga in più e qualche capello in meno. «Ma siamo rimasti tutti in forma – assicura sorridendo Cirigliano, che tornerà in scena come ballerino –. Sono passati tanti anni, ma è come se il tempo si fosse fermato. Abbiamo ancora tanta voglia di divertirci e di far divertire. Ed è un piacere poter aiutare il nostro teatro».