Sei sindaci della fascia lacustre del Varesotto hanno accolto con perplessità la notizia del via al progetto definitivo per la ciclopedonale che unirà il lago Maggiore ai laghi di Varese e di Comabbio.
Un progetto approvato dalla Provincia di Varese e sostenuto economicamente dalla Regione Lombardia con uno stanziamento da 10 milioni di euro, parte di un più ampio piano di interventi che in futuro porterà a valorizzare la mobilità dolce all’interno di una estesa rete: dal nord del Varesotto (più le piste del Ticino) fino agli itinerari della città metropolitana di Milano.
Il primo step sul territorio (quello appena approvato dalla Provincia) seguirà il tragitto Mercallo – Golasecca – Sesto Calende – Angera. La direzione opposta rispetto a quella contenuta nel progetto originario, che prevedeva la valorizzazione di una buona parte della sponda lombarda del lago Maggiore.
«Questa modifica privilegia una soluzione a sfavore dei Comuni situati lungo il lago Maggiore, con l’impiego di tutti i fondi a suo tempo assegnati, penalizzando la realizzabilità nella prosecuzione oltre Sesto Calende, verso gli altri Comuni», spiega il sindaco di Monvalle, Franco Oregioni, promotore della ciclovia e tra i sindaci delusi per la variante che porterà alla realizzazione del primo tratto di pista verso i laghi varesini, e non lungo la costa orientale del Verbano, nei trenta chilometri circa che vanno da Sesto Calende a Laveno, come prospettato in principio con l’iniziativa lanciata proprio da Oregioni quasi 10 anni fa.
Il suo stato d’animo è condiviso dai primi cittadini di Laveno, Ranco, Ispra, Besozzo e Leggiuno, i cui paesi si trovano sull’itinerario che, almeno per il momento, sono passati in secondo piano per quanto riguarda la ciclopedonale.
«E’ stata fatta una scelta politica – precisa Oregioni – e noi sindaci l’abbiamo subita. la Provincia di Varese ha introdotto una sostanziale variante al tracciato originario , con un nuovo tracciato da Mercallo a Golasecca e Sesto Calende, che oggettivamente non si configura al servizio dei Comuni e del territorio del lago Maggiore. In una valutazione anche di metodo e di correttezza istituzionale – sottolinea il primo cittadino di Monvalle – sorprende che questa modifica sia stata introdotta come mera informazione a scelta compiuta e senza nessuna modalità di partecipazione verso gli altri comuni del lago Maggiore».
La ciclovia del Verbano, ora, dovrà essere riprogrammata. «Ad oggi la continuità del progetto che aspettavamo da anni risulta priva di risorse economiche a garanzia di una concreta fattibilità», aggiunge Oregioni. La delusione per il cambio di programma tocca infine un altro aspetto, secondo i sei sindaci: l’opportunità persa dagli operatori turistici della fascia lacustre dell’alto e medio Varesotto.