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Salute | 24 novembre 2022, 13:22

Il dg Bonelli saluta l'Asst Sette Laghi dopo quattro anni intensissimi: «Durante il Covid non abbiamo lasciato indietro nessuno. Per l'ospedale di Cuasso un grande progetto»

Il direttore generale dell'azienda sanitaria dal 20 dicembre guiderà il Mondino di Pavia. In attesa del successore, che sarà annunciato a giorni, ha voluto sottolineare il suo lascito in dieci punti: «Non voglio essere ricordato come il dg della pandemia, ma come il direttore che insieme a una squadra ha realizzato qualcosa di importante. C'è ancora molto da fare: accesso al pronto soccorso e liste d'attesa da migliorare»

Il dg Bonelli saluta l'Asst Sette Laghi dopo quattro anni intensissimi: «Durante il Covid non abbiamo lasciato indietro nessuno. Per l'ospedale di Cuasso un grande progetto»

Bonelli lascia l'Asst Sette Laghi di Varese. Il direttore generale dell'azienda sanitaria varesina andrà infatti a ricoprire lo stesso incarico all'istituto di ricerca Mondino di Pavia e lascerà il suo ufficio nella Città Giardino il prossimo 20 dicembre. Con lui lascerà l'Asst locale anche il direttore socio sanitario Ivan Mazzoleni, con direzione la direzione amministrativa dell'Asst di Bergamo.

In attesa del cambio della guardia con il nuovo dg, il cui nome sarà annunciato a breve, Bonelli ha incontrato questa mattina a Villa Tamagno i giornalisti per il suo saluto ufficiale: «Lascio con emozione - ha detto Bonelli - e lo faccio in anticipo di un anno rispetto alla fine del mandato esclusivamente per una scelta professionale: andrò al Mondino di Pavia per operare in ambito della ricerca, un'opportunità professionale importante che non potevo non cogliere».

Da quattro anni a Varese, il dg Bonelli ha dovuto fare i conti con i mesi più duri del Covid: «Un periodo davvero impegnativo - ha ricordato - Ma non voglio essere ricordato come il dg della pandemia, ma come il direttore che insieme a una squadra ha realizzato qualcosa di importante».

Per ribadirlo Bonelli ha ripercorso i dieci punti fondamentali della sua direzione, commentando quello che è stato fatto, quello che sarà fatto e quello che resta ancora da fare. Al primo posto, non potrebbe essere altrimenti, ci sono i mesi di gestioni della pandemia: «Una sfida impegnativa - ha ribadito - ma che pensiamo di essere riusciti a vincere, prima di tutto senza lasciare nessuno indietro e garantendo una risposta a tutti, assicurando continuità anche nei servizi di emergenza. Ma credo che abbiamo vinto anche la sfida della campagna vaccinale».

Dalla pandemia arriva anche un lascito importante: «Abbiamo scoperto in quei giorni di avere un’energia che neanche noi ci aspettavamo di avere - confida Bonelli - con una capacità organizzativa importante. In quell’emergenza abbiamo rafforzato i rapporti con le istituzioni, con gli enti del terzo settore, con le associazioni. E non abbiamo mai rinunciato a guardare avanti, sia nell’organizzazione che nell’arricchimento tecnologico delle nostre strutture e dei nostri ospedali. Abbiamo quindi portato avanti quelle linee di sviluppo annunciate nel 2019 che portano la sanità varesina ai vertici della Lombardia e quindi anche d'Italia».

Oltre alla gestione della pandemia e alla campagna vaccinale massiva che ha portato a vaccinare con tre dosi circa mezzo milione di persone - primi due punti di questo elenco - Bonelli ha voluto ricordare anche altre tappe di questa sua avventura. Partendo dall'ospedale di Cuasso al Monte: «Abbiamo individuato una strada di messa a valore di questa struttura - ha chiarito - presentando un progetto, concordato con l'Università dell'Insubria, che vedrà l’istituzione di un istituto di ricerca (24milioni di euro di finanziamento) per le malattie polmonari con due sedi: una a Varese per la fase acuta e una nel presidio di Cuasso per la post acuta e per la riabilitazione. In più a Cuasso partirà il secondo ospedale di comunità che sarà pronto a giungo 2023, mentre per la fine dei lavori del centro di ricerca bisognerà attendere il 2026»

Fondamentale anche il lavoro fatto per gli ospedali "spoke" di Asst Sette Laghi, ovvero Luino, Cittiglio, Angera e Tradate, all'interno dei quali sono stati aumentati servizi e prestazioni. Un lavoro questo che rende Bonelli orgoglioso: «A Luino, oltre a importanti lavori di edilizia come il nuovo tetto, è arrivata una nuova tac, trova spazio una Casa della Comunità e assistiamo a un forte rilancio delle attività chirurgiche: un incremento evidente alla situazione pre pandemica. A Cittiglio, oltre alla nuova climatizzazione, si è provveduto all'ampliamento del pronto soccorso, alla ristrutturazione del nucleo antico dell'ospedale dove sorgerà un polo per la medicina del lavoro, mentre vanno avanti le procedure per la camera iperbarica. Anche qui è stata rilanciata l'attività chirurgica, in particolare quella ortopedica. Rilancio che vediamo anche ad Angera, dove è stato ampliato inoltre il pronto soccorso e potenziati i servizi "donna e bambino". Infine abbiamo puntato molto anche su Tradate, con un nuovo reparto di ostetricia, ampliamento della terapia intensiva e del pronto soccorso e l'aggiudicazione della gara per il nuovo blocco operatorio»

Gli altri punti riguardo l'allineamento tecnologico con strumentazioni top di gamma per gli ospedali (in particolare con la chirurgia robotica), l'avvio dello sviluppo del polo territoriale, il nuovo assetto organizzativo con i nuovi dipartimenti e nuove strutture accreditate e i progetti sociali come la Casa della Nutrice dedicata al supporto anche psicologico delle vittime di violenze domestiche e di genere.

Chiudono questo elenco lo sblocco dei cantieri («Sono cinquanta per un investimento di 150 milioni di euro» ha detto Bonelli) e il completamento del polo "donna bambino" dell'ospedale Del Ponte di Varese, dove è stato inaugurato sotto la gestione Bonelli il nuovo pronto soccorso pediatrico e la radiologia pediatrica, mentre sono stati avviati recentemente i lavori del terzo lotto: un investimento complessivo da 17 milioni. 

«Sono traguardi ottenuti da una squadra di persone, dai capi di dipartimento, dal personale e dalla voglia di impegnarsi dei nostri professionisti e dei nostri operatori socio sanitari. Ma anche grazie a strumenti organizzativi» ha sottolineato Bonelli.

Non è tutto rosa e fiori, però, e il lavoro da fare non è finito. Il dg uscente ne è consapevole: «Non nego che ci siano questioni da affrontare e migliorare a Varese come nel resto d'Italia» ha detto riferendosi alla gestione degli accessi al pronto soccorso o al tema delle dimissioni del personale sanitario («viviamo vicini alla Svizzera dove i nostri professionisti possono trovare condizioni economiche di favore: qui bisogna intervenire»). «Dobbiamo migliorare sul turn over del personale e su quello delle liste di attesa: da questo punto di vista però ritengo che molto sia stato fatto. Sull'attività chirurgica si è lavorato molto, con il nostro personale che sta facendo grandi sforzi e i miglioramenti ci sono». Lo dicono i dati: «Nel 2018 sulle prestazioni entro tre giorni avevamo il 63% delle erogazioni soddisfatte, oggi lo stesso parametro è al 79%. Per quello entro 10 giorni siamo passati dal 60% al 73%, per le visite entro trenta giorni dal 54% al 65%. Per quello entro 120 giorni ci siamo confermati sul 90%».

Immancabili i ringraziamenti a tutti gli operatori, ai direttori, ai primari, al personale. «E al presidente Fontana che ha creduto in me: sono onorato della sua fiducia» ha detto Bonelli, che ha ricordato anche l'ottima collaborazione avuto con gli enti del terzo settore, le istituzioni, i sindaci, i consiglieri regionali del territorio, l'Università dell'Insubria, e anche i sindacati «con i quali ci siamo confrontati molto e, nonostante qualche inciampo e polemica che fa parte del gioco, abbiamo chiuso accordi importanti». Un pensiero, infine, a chi prenderà il suo testimone: «Auguro buon lavoro a chi mi succederà: ritengo di lasciare una azienda sana che ha realizzato e avviato percorsi di sviluppo tracciati.  Ma è un treno in corsa e non ci si può fermare».

Bruno Melazzini

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