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Busto Arsizio | 24 novembre 2022, 10:43

Ipc Verri in protesta, la dirigente: «I laboratori sono stati riaperti lunedì»

Gli studenti hanno scioperato ieri all’interno dell’istituto di Busto per l’apertura dei laboratori chiedendo un colloquio con la preside. Laura Maineri: «Ho accettato di incontrarli a condizione che gli altri ragazzi rientrassero in classe». L'invito a «riflettere sul loro comportamento. Non si tratta solo di diritto allo studio, che noi garantiamo, ma anche di dovere»

Foto dello sciopero degli studenti di ieri

Foto dello sciopero degli studenti di ieri

Gli studenti dell’Ipc Verri di Busto Arsizio ieri hanno scioperato all’interno dell’istituto perché erano stati chiusi nuovamente i laboratori, lamentando anche l’assenza di uno psicologo all’interno della scuola. Quindi alle 10 della mattina si sono riversati nei corridoi con striscioni e cartelli chiedendo un incontro con la dirigente Laura Maineri che non è avvenuto (LEGGI QUI).

«I laboratori erano stati chiusi per manutenzione ma questo lunedì sono stati riaperti, come da indicazioni inviate ai docenti – spiega la dirigente scolastica Maineri -. La nostra non è una scuola di formazione professionale, ma prevede cinque anni di istruzione professionale, quindi i ragazzi al quinto anno devono sostenere l’esame di stato che non è pratico».

E prosegue: «I laboratori sono parte delle discipline, che possono essere anche spiegate». Perché, ribadisce, «l’esame di stato prevede una prova scritta, non pratica».

Sull’assenza dello psicologo: «Non è una figura istituzionale, se hanno necessità possono rivolgersi agli enti territoriali. Il ministero con la pandemia aveva detto che servivano psicologi all’interno delle scuole, ma poi non ci è stato mandato. Io non li posso chiamare per dirgli di venire a scuola».

Gli studenti lamentavano che la dirigente non avrebbe voluto incontrare gli organizzatori dello sciopero di ieri: «Io - precisa - ho detto ai ragazzi che se gli altri studenti fossero rientrati li avrei ricevuti alle 14. Ma nessuno si è presentato».

Laura Maineri prosegue con un invito ai suoi studenti: «Devono riflettere sul loro comportamento. Non si tratta solo di diritto allo studio, che noi garantiamo, ma anche di dovere. La scuola dà tanto se io do e prendo tanto».
Poi un episodio recente: «Mi è arrivata una lettera che quasi mi vergogno a leggere da parte di un amministratore di condominio dei palazzi qui vicino. Da quanto ci è stato scritto i nostri ragazzi suonano i campanelli, lasciano la loro sporcizia davanti agli ingressi. Noi siamo educatori, è vero. Ma come si comportano i ragazzi all’esterno della scuola è responsabilità dei genitori, ognuno faccia il suo».

Michela Scandroglio

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