«Questo palaghiaccio è dedicato a tutte le bambine e ai bambini. Io mi sono spezzata le ali ma poi sono tornata a volare come spero facciano anche loro verso il futuro, con i pattini ai piedi, sul ghiaccio di Varese»: la danza e le parole della divina Carolina Kostner, a cui il sindaco Galimberti ha chiesto di trasferirsi a Varese (sotto il video con la sua risposta), sono state portate ad esempio da un emozionato presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Ci ha regalato un momento splendido - ha detto il Capo dello Stato - insieme a giovani e meno giovani leve delle società del ghiaccio di Varese. Questo grande palaghiaccio è bello da vedere, ma sarà ancor più bello per i ragazzi che qui cresceranno. Sono a Varese per loro».
Il presidente e la farfalla hanno fatto aprire le ali e trepidare - come se Varese potesse partire da qui per tornare davvero alla sua antica grandeur, facendo squadra - gli oltre mille invitati tra bimbi delle scuole, autorità, sindaci e imprenditori presenti nell'arena di via Albani («Papà, mi porti a pattinare domani?» ha detto una bimba alla fine. È questa la conquista più bella di oggi).
Battendo mani, piedi e cuori, abbiamo tutti danzato sul ghiaccio insieme alla farfalla della Val Gardena a cui, nel momento più intenso e memorabile della mattinata di visita del Capo dello Stato in città (leggi QUI e QUI), si sono uniti atlete e atleti di pattinaggio artistico, sincronizzato, short trake, curling, giocatori di Mastini e Killer Bees di hockey (Vanetti e Barban), la campionessa di casa Ginevra Negrello e poi Alessandra Trusiani, Sara Perrotta, Avogaro Maia, Igor Stella dell'Armata Brancaleone, con le ali sulla sua slitta.
È lì, sulla musica incantata e capace di afferrare al cuore di "Fino all'alba", l'inno di Arisa delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, che a tutti i presenti sulle tribune e nelle dirette video (guarda QUI le foto), si è stretto un nodo in gola fino quasi alle lacrime.
"Era un ragazzo come noi che aveva un sogno nel cassetto. Voleva essere un eroe senza costume né mantello" canta Arisa: un ragazzo come noi, senza costume né mantello, lo è stato il Presidente della Repubblica mentre consegnava il palaghiaccio, ma in fondo Varese, ai giovani e al futuro («Sono qui per loro»), ribadendo le parole del sindaco Galimberti su un impianto pensato, progettato e costruito in piena pandemia, dove le difficoltà erano nuvole che correvano veloci, ma meno veloci di quel sogno nel cassetto.
"Sognava di toccar le nuvole e di volare con le aquile, ma lui poteva solo correre e continuare a sognare. Non ti voltare, non ti fermare. Fino all'alba" come qui nessuno si è voltato e ha continuato a sognare davanti alle macerie del palaghiaccio. E ai 1200 presenti è veramente sembrato di volare con le aquile davanti all'indimenticabile scena in cui Igor, sulla sua slitta, batteva il bastone da hockey per terra davanti al Presidente nell'applauso più rumoroso e vitale di tutti.
"E c'era un cielo limpido, come dipinto col pastello, e quel ragazzo era un eroe ma senza maschera e mantello. Scendeva forte come un fulmine tra le montagne con le aquile. Aveva un cuore incontenibile e gli occhi pieni di emozione": il senso di una comunità orgogliosa e unita senza barriere che sa ancora costruire qualcosa da lasciare ai propri figli, come faceva una volta, era tutto lì. Racchiuso in un momento sublime ma non irripetibile, tra luci e odore di ghiaccio che riattaccavano l'anima di una città al filo che arriva dal passato e porta nel futuro.
Il «momento splendido» vissuto dal Presidente della Repubblica è l'attimo in cui le ragazze e i ragazzi di Varese si sono fermati in fila sul ghiaccio, mano nella mano, con un sogno nel cassetto, e cioè essere eroi, anzi pattinatori di tutti i giorni senza maschera e mantello.