L’Antoniana compie 70 anni e ha festeggiato nel migliore dei modi, a partire dalla mattina alle 10.30 con la messa per concludere la sera con le premiazioni.
Il direttore generale, Giuseppe Abenante, ha raccontato la giornata: «Questa mattina abbiamo messo le panche e l’altare sul campo, era un po’ che volevamo fare questa cosa, e abbiamo chiamato Don Pino Radice dei frati da Milano. Abbiamo scelto lui perché è bustocco ma anche perché noi siamo nati con i frati.» dopo la messa, le autorità della città sono passate per un saluto: «Sono passati il sindaco Emanuele Antonelli, l’Assessore allo Sport Maurizio Artusa e Gigi Farioli» poi per chi ha voluto, in conclusione della mattinata, il pranzo.
Nel pomeriggio la partita, Antoniana – Solbiatese, ad ingresso gratuito che come raccontato da Giuseppe è stata un successo: «Al di là del risultato, sono arrivate tantissime persone per vedere la partita. È sempre bello vedere tanta gente qui. Tra l’altro, parlando del risultato, è stata una partita stranissima: abbiamo dominato e siamo andati noi in vantaggio 1-0, poi ci hanno fatto due gol e alla fine siamo riusciti a pareggiare 2-2.»
Poi il dispiacere per l’Ardor che non è riuscita a giocare il quadrangolare delle vecchie glorie: «Ci è dispiaciuto, alla fine abbiamo fatto un triangolare con Beata Giuliana e San Filippo.» Infine, le premiazioni per tutte le vecchie glorie, di cui due targhe speciali in ricordo di Mario Marcone e Nicola Tedesco, due collaboratori che sono venuti a mancare ma che resteranno sempre nei ricordi di chi ha vissuto l’Antoniana.
Ma la parte speciale della giornata, secondo il direttore generale, è stata la mattina: «È stato bellissimo quello che abbiamo fatto questa mattina, bellissimo ritrovarci con persone che non si vedevano da anni sul campo da calcio tutti assieme, c’erano tutte le vecchie glorie ma anche i vecchi pilastri che hanno fatto funzionare la “macchina Antoniana”. Poi ognuno ha raccontato qualcosa del passato, il presidente Francesco Cosentino si è emozionato tantissimo quando ha parlato.» Poi il taglio della torta, alla presenza con vecchie glorie come Gipo Calloni e Luigi Galdoni.
Infine, Giuseppe ha sottolineato l’importanza del legame tra le società bustocche: «Tutte le società di Busto hanno una certa storia e un certo blasone, è un legame importante quello che c’è tra di noi e deve continuare a essere così.»
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