Prima t'imbatti nel video motivazionale del Casale (clicca QUI), in cui i giocatori nerostellati escono dagli spogliatoi con espressione da Maori - mentre capitan Martin Malaury si sistema la fascia prima della battaglia - e chiedono ai tifosi "Noi ci siamo. E tu?", e pensi di essere di fronte a qualcuno che sa trascinare la città e considera il pubblico non qualcosa di "accessorio" ma l'uomo in più, piccole grandi cose, e non dettagli, che in una semifinale a 34 gradi tra due squadre forti alla fine possono anche fare la differenza.
Poi passi davanti allo stadio e allo striscione della curva "Tutti in trasferta" (saranno oltre 200 i cuori biancorossi al Natale Palli, parecchi in tribuna: i tagliandi di questo settore sono acquistabili anche domani al botteghino), ripensi alla capacità di unirsi e di fare la differenza in queste gare sia della tifoseria che della maglia, e soprattutto alla forma del gruppo e degli uomini chiave Disabato, finalmente dietro le punte e non mediano, e Mamah (o sei vincente o non lo sei, e lui lo è con gol decisivi anche in Prima Categoria, dove giocava fino a due anni fa: bravo chi l'ha portato al Varese), oltreché Pastore, e sai che domani, comunque andrà, il Varese giocherà da Varese ed è l'unica cosa che conta.
Giocherà da Varese grazie a chi è stato decisivo nelle ultime 7 gare che hanno ripreso per i capelli i playoff e ridato linfa al legame con il pubblico e con il modo di essere, garibaldino e incosciente, di questa squadra: Gianluca Porro. Qualunque cosa succeda domani, noi diremo comunque "grazie" al tecnico arrivato dal basso per averci ridato la voglia di crederci e di venire a vedere il Varese - cosa che facevamo anche prima, ma senza alcun entusiasmo, per dovere e non per piacere - con la sua tuta e la sua maglietta operaia, con la sua "complicità" nei confronti dei giocatori, con la sua normalità nel mettere sempre in campo chi è più forma (vedi Pastore) o i varesini che, quando sei sullo striscione del traguardo, danno comunque qualcosa in più di chiunque altro perché l'ultima spinta arriva da dentro. Grazie Porro: non devi dimostrarci nulla perché sappiamo che sarai te stesso fino alla fine, come lo eri dietro ai riflettori e lo sarai dopodomani, qualunque cosa accada.
Neppure i tifosi biancorossi cambieranno dopodomani, e fanno bene a restare come sono, B, D, C, Eccellenza o Terza categoria: duri e tosti ma capaci di slanci unici e di mettere davanti il Varese a se stessi, soffrendo anche pene atroci con dignità, orgoglio e appartenenza.
Sono-siamo fatti così, come ci ricorda il miglior amico di Fausto Scarpazza, dedicandogli la trasferta a Casale e un video struggente nel giorno in cui nacque, cioè ieri (clicca QUI), oltre al valore più prezioso del Varese: «Cosa avrebbe voluto Fausto oggi? Forse la vittoria è l'ultima cosa, avrebbe voluto stare con i suoi amici di sempre per vivere un'altra giornata indimenticabile da raccontare come a Marassi, a Figline, a Cremona, a Benevento e in tante altre trasferte vissute insieme, dove la partita era solo la ciliegina sulla torta. Fausto voleva portare Varese in giro per il mondo e portarlo con i suoi amici». In queste parole di Beppe Marangon c'è Fausto, c'è un tifoso di questo club, ci siamo noi e voi che domani saremo lì, fino alla fine, disperatamente accanto al Varese.
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Calcio | 21 maggio 2022, 22:40
Notte prima dei playoff: grazie a Porro perché ci ha ridato il piacere di seguire il Varese. E grazie anche a Fausto Scarpazza
Domenica alle 16, con oltre 200 tifosi al seguito, i biancorossi provano a sbancare Casale e a conquistare la finale. «Cosa avrebbe voluto Fausto? Portare Varese in giro per il mondo e farlo insieme ai suoi amici per vivere un'altra giornata indimenticabile da raccontare come a Marassi, a Figline, a Cremona, a Benevento»
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