Da Busto al Centro, tramite il consigliere comunale Gianluca Castiglioni, arriva un'interrogazione su via Correggio, boschetto di spaccio e pure discarica a cielo aperto. Bac chiede alla commissione preposta, come intende agire, «anche in seguito alle segnalazioni dei cittadini». Riceviamo e pubblichiamo.
Premesso che:
- l’oggetto della presente interrogazione è da molti mesi sotto gli occhi di tutti e non può sicuramente essere sfuggito a chi ha responsabilità sulla materia;
- il Comune di Busto Arsizio risulta essere proprietario di un terreno sito in via Correggio angolo via Bernardino Luini (Foglio 9 Part. 232);
- l’attuale condizione di cura e attenzione del suddetto terreno, situato in una zona abitata e molto frequentata anche per la presenza di insediamenti commerciali, risulta da tempo estremamente precaria, non solo per mancanza di manutenzione del verde boschivo, ma soprattutto per ragioni di salute pubblica e di sicurezza;
- qualora lo si ritenesse necessario, anche se una semplice visita di incaricati comunali avallerebbe la nostra segnalazione, siamo disponibili a fornire documentazione foto-video grafica;
- oltre che un rifugio boschivo, facile rifugio per non infrequenti traffici, l’area rappresenta una discarica a cielo aperto di oggetti di vario genere, infestata da roditori e conseguentemente da gatti randagi. Il tutto con grande detrimento della sicurezza e della salute della zona.
Tutto ciò premesso si interroga il sindaco e la giunta per conoscere:
- se vi è traccia tangibile di quanto sopra denunciato nell’ambito delle strutture comunali destinate a farsi carico di situazioni del genere, anche a seguito delle segnalazioni effettuate in loco da cittadini;
- se dopo mesi di attesa si è programmato un intervento radicale, di per sé facilmente risolutivo del problema;
-se, pur nella complessa e deficitaria problematica della manutenzione del verde cittadino, sia inserito anche il monitoraggio ai fini di manutenzione degli appezzamenti di proprietà comunale che, soprattutto in certi periodi dell’anno, denunciano una incuria inaccettabile anche di fronte a obblighi di manutenzione messi a carico dei privati cittadini (es. ambrosia).