Sono stanchissimi, ma contenti di essere al sicuro, di avere un pasto caldo e un tetto sotto cui stare. È stato puntualissimo l’autobus che ha portato in salvo i profughi ucraini che troveranno ospitalità nelle famiglie di Busto Arsizio e paesi vicini. L’arrivo era previsto per le 17, ma già alle 16.45 il pullman sfrecciava davanti a villa Calcaterra per portare le donne e i bambini in uno spiazzo poco distante dalla villa di via Magenta dove tre infermiere li attendevano per il tampone (due sono risultati positivi).
Sono 34 le persone arrivate a Busto Arsizio, soprattutto bambini, per lo più mamme con uno o due figli, una nonna. Ad accoglierle il sindaco Emanuele Antonelli. Aubam aveva organizzato tutto nel dettaglio: un pullman e un pulmino navetta utile laddove i mezzi più grossi non potevano accedere. Sono partiti da Busto giovedì e dopo aver attraversato il Tarvisio, l’Austria, Vienna, la repubblica Ceca, sono giunti a Medyca in Polonia, ai confini con l’Ucraina.
Mille e settecento chilometri. «I profughi sono riusciti a raggiungere questa città partendo da località limitrofe a Kiev con mezzi propri, chi in treno, chi in auto. Con sé hanno portato un trolley e le cose di prima necessità. Qui c’erano cordoni di polizia armata, Croce rossa, protezione civile – spiega il vicepresidente Aubam Massimo Ripamonti – Abbiamo lasciato Medyca ieri sera alle 19.40». A recuperare gli ucraini oltre ai volontari Aubam c’erano due volontari della protezione civile e una donna ucraina medico».
Applaudito l’arrivo. A prendere la parola, il presidente Aubam Antonio Tosi: «Continueremo nella nostra missione di conoscere nuove famiglie e aiutare il nostro futuro, i bambini. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare questo sogno. Doveroso un piccolo gesto per gli autisti che hanno avuto nelle loro mani il volante e la vita di queste persone. Siete stati delle colombe della pace, quindi vi abbiamo offerto delle colombe. Mi piace ricordare questa frase: “Non vi fu mai una guerra buona, una pace cattiva”. Auguri a tutti i papà».
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Parole di ringraziamento alle famiglie e ai volontari che hanno recuperato i profughi anche da parte del sindaco: «Siete un tesoro per Busto Arsizio. State facendo una cosa meravigliosa. Il Comune c’è, l’amministrazione c’è. Qualsiasi cosa abbiate bisogno chiamateci. Cerchiamo di offrire a queste persone un pizzico di serenità. Se la meritano proprio. Occorre far dimenticare loro quanto hanno passato e speriamo che riescano a tornare nella loro terra, liberi».
I 34 ucraini arrivati a Busto Arsizio si aggiungono agli 84 dichiarati ai Servizi sociali, di cui 47 minori, ma la cifra potrebbe anche salire: probabilmente si parla di circa 200 ucraini arrivati in città. Quindici sono stati ospitati nella casa don Lolo, 4 in un appartamento del comune in via Tito Speri e 16 all’oratorio di San Giuseppe. I servizi sociali si stanno attivando per organizzare corsi d’italiano con la cooperativa “Passaparola”, attività con gli oratori, scout, centri sportivi e le scuole.
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