Ha causato non poche polemiche la segnalazione, da parte di alcuni frontalieri italiani, soprattutto sui social network, la richiesta di esibire il Green Pass in dogana, da parte della polizia italiana in un valico di frontiera dell’alto Varesotto, come raccontato nella giornata di ieri da LuinoNotozie. Da direttive, sia a livello nazionale che locale, non vi è alcuna nuova disposizione in materia, anzi, a chiarire la situazione è una comunicazione da parte dell’ATS Insubria.
L’azienda sanitaria del territorio, infatti, spiega che è prevista “l’esenzione completa, con eccezione agli obblighi di certificazione verde/test molecolare o antigenico pre-partenza, isolamento e successivo test”, tra i tanti, “ai lavoratori frontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora”.
Sentite le autorità e le istituzioni locali, gli episodi trovano conferma, e da quanto si evince, probabilmente, si tratta di un malinteso di comprensione con le norme nuove riguardanti l’ordinanza del 29 luglio 2021, emessa dal Ministero della Salute, in relazione all’emergenza Covid-19 che continua ad imperversare in tutto il mondo.
“Probabilmente si è trattato di un errore – commenta il presidente dell’associazione Comuni di Frontiera, Massimo Mastromarino -. Per attraversare la dogana i frontalieri italiani non devono esibire il Green Pass, come non deve farlo chi viene in Italia, con la propria vettura, nella fascia dei 30 chilometri più 30, e non rimanga sul territorio più di 48 ore”.