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Territorio | 05 agosto 2021, 10:02

Lavena Ponte Tresa, rientrato nell'alveo il torrente Pianazzo esondato ieri per il maltempo

Ci sono volute 5 ore di lavoro, intervenendo anche in un giardino privato, per fare tornare al suo posto il corso d'acqua straripato ieri pomeriggio con conseguenti allagamenti di case, cantine e strade. Colpite in particolare via Prada e via Concordia

Foto da Facebook

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Ci sono volute più di 5 ore di lavoro a Lavena Ponte Tresa per far rientrare nel suo alveo il Pianazzo, il torrente che attraversa il paese e che esondando ieri pomeriggio a causa delle piogge torrenziali ha allagato case, cantine e strade, in particolare via Prada e via Concordia.

«E' stato necessario intervenire in un giardino privato e su via Concordia e via Prada per "riaprire" due camerette purtroppo fino a oggi non ispezionabili in quanto sotto il piano di campagna» spiega il sindaco Massimo Mastromarino. Sul posto anche il vicesindaco Pasqualino d'Agostino, l'assessore Giuseppe Pellegrino el'ufficio tecnico comunale a coordinare i lavori delle ditte che hanno operato in condizioni non facili. 

«Aver interrato i corsi d’acqua, sicuramente in buona fede e in questo caso senza possibilità di ispezione immediata dei cambi di quota o di direzione, si è rivelata una scelta sbagliata, soprattutto oggi di fronte a repentini cambiamenti climatici» aggiunge il primo cittadino. Scelte che risalgono agli anni 70; il Pianazzo passa da una sezione a cielo aperto di 3 mq a una sezione intubata da 0,20 mq. 

Un problema che si trascina da anni. «Agli inizi degli anni 90 è stato ipotizzato un canale scolmatore che devii la piena, come quella di ieri, del Pianazzo a monte, prima dell’incrocio con via Ardena, trasversalmente verso il Lavena - spiega Mastromarino - questa opera, del valore di 150.000 euro circa, è rimasta ferma per anni per diverse amministrazioni. Nel 2019 siamo riusciti a far ripartire un accordo di programma che prevede la sua realizzazione. Il proponente, ha depositato a metà luglio la fideiussione a garanzia dell’opera, che in autunno potrebbe finalmente vedere dopo quasi 30 anni l’inizio lavori». 

 

M. Fon.

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