Ci sono l'ex eurodeputata di FI Laura Comi, il patron della Tigros Paolo Orrigoni e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani tra le oltre 60 persone rinviate a giudizio questa mattina dal gup Natalia Imarisio nel procedimento scaturito dall’inchiesta Mensa dei poveri su un presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia.
L'inchiesta aveva già portato all'arresto di 28 persone nel maggio del 2019, tra cui l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, ritenuto il presunto “burattinaio” del sistema.
«Accuse insussistenti, dimostreremo l’innocenza della mia assistita durante il dibattimento - cosi l’avvocato Giampiero Biancolella sul rinvio a giudizio di Lara Comi - Eì la logica conseguenza della limitazione dei poteri di valutazione delle prove a carico e a discarico dell’imputato, frutto dell’elaborazione della giurisprudenza della suprema corte della norma scritta dal legislatore. L’udienza preliminare non può quindi essere considerata un primo grado di giudizio. Sussistono validissimi elementi in fatto e documentali che comprovano l’insussistenza delle accuse contestate alla dottoressa Comi, ma tali elementi devono poter essere presi in considerazione da un giudicante nel pieno possesso di dette funzioni che il giudice dell’udienza preliminare non può svolgere». La difesa della Comi e lei stessa confidano che «le profferte di innocenza sempre ribadite con forza ed a gran voce troveranno accoglimento nella sentenza che emetterà il tribunale di Milano così come è già stata riconosciuta infondata l’accusa originariamente mossa di aver percepito illeciti finanziamenti allorquando era candidata alle elezioni europee (leggi QUI)»