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Malnate | 02 maggio 2021, 20:00

IL DONO - La vestizione di suor Maria Daniela: «Dio mi ha fatto sentire amata quando pensavo non fosse più possibile»

Alla chiesa parrocchiale di San Martino a Malnate, il vescovo Luigi Stucchi ha celebrato il rito della vestizione e consacrazione religiosa di Daniela Zanrosso, che ha indossato per la prima volta il velo e la croce. L’abbraccio della Comunità: «La nostra fragilità permette a Dio di mostrare tutto il suo Amore: come uno tsunami irrompe nella nostra vita, rendendola dono e vera»

Suor Maria Daniela riceve la comunione da monsignor Luigi Stucchi (tutte le foto di Giulio Nozza)

Suor Maria Daniela riceve la comunione da monsignor Luigi Stucchi (tutte le foto di Giulio Nozza)

«Chi me lo ha fatto fare? L’amore».

Con queste parole, semplici e potenti, pronunciate durante il rito della vestizione e consacrazione  religiosa, celebrato nella Chiesa Parrocchiale di San Martino a Malnate, Daniela Zanrosso ha spiegato la chiamata ricevuta da Dio e da Maria, di cui ora porterà il nome insieme al suo. 

L’ABBRACCIO DELLA FAMIGLIA E DEGLI AMICI

Mentre all’esterno della chiesa di Malnate pioveva intensamente, all’interno si accendeva invece una nuova luce. A celebrare la funzione il vescovo emerito monsignor Luigi Stucchi; al suo fianco don Andrea, parrocco di Malnate, insieme a don Alessandro e don Giampiero, anche loro “malnatesi”; don Roberto, della comunità “Figlie e Figli del Cuore Immacolato di Maria”; padre Pierluigi s.j.; don Francesco, ex parrocco di Malnate e Morazzone; il diacono Claudio di Morazzone. 

Chiesa Parrocchiale al completo, rispettando le norme di distanziamento, per dare il benvenuto a suor Maria Daniela e farle sentire il calore di un grande abbraccio per questo “nuovo inizio”; fratelli e nipoti, amici, colleghi e fedeli hanno seguito con attenzione la messa, che ha vissuto diversi passaggi molto emozionanti. 

LE PAROLE DI SUOR MARIA DANIELA

Su tutti, il momento in cui per la prima volta suor Maria Daniela ha indossato i suoi nuovi abiti, ricevendo da suor Maria Rita il velo e da suor Maria Gloria la croce, per poi salire sul pulpito. Piena di emozione, con la voce che in alcuni passaggi ha tremato e con gli occhi che si sono riempiti di lacrime. Lacrime di gioia: «Quando ho iniziato a comunicare la mia scelta, qualcuno ha reagito dicendomi “ma chi te lo ha fatto fare?”. Per rispondere a questa domanda, basta una parola: l’amore». 

L’amore di Gesù l’ha raggiunta nel momento di massima difficoltà: «L’amore, sì. L’amore verso Colui che mi ha fatto sentire amata proprio quando credevo che per me non ci fosse più la possibilità di sentirmi tale; quando ormai ero convinta che la mia vita non potesse avere altre possibilità. Quando ero pronta a gettare la spugna, Gesù Cristo è venuto a riprendermi là dove ero finita, chiusa in me stessa e nel mio dolore. Il mio cuore gridava, mendicava, implorava il bisogno di felicità e in questo grido ho trovato la mano del Signore, pronto a sollevarmi. Avere la forza di riprendere in mano la propria vita per donarla al Signore, perché più nulla vada perso, vada sprecato, è una grazia».

Per suor Maria Daniela questo è un miracolo. Per lei e non solo: «Ciò che è successo oggi è un miracolo. Quello che avete provato nei vostri cuori alla notizia della mia vestizione è un miracolo. La vostra partecipazione è un miracolo. La nostra gioia e le nostre lacrime sono un miracolo. Non lasciamo che vadano persi: domandiamoci il perché di questi miracoli, il loro scopo, cosa vuole dirci il Signore». 

LA COMUNITÀ FIGLIE E FIGLI DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Suor Maria Daniela, completato il suo percorso di formazione, ha così fatto il suo “ingresso ufficiale” - per la verità, ne fa parte, pur in altra veste, da molto tempo - nella “Comunità Figlie e Figli del Cuore Immacolato di Maria”, famiglia religiosa e missionaria conosciuta a Malnate per la gestione del camping “La famiglia” e per gli impegni e le missioni in Italia (Milano, Roma, Fai della Paganella), in Bosnia Erzegovina (Medjugorie), in Portogallo (Fatima) e in Brasile (San Paolo, Ponta Grossa). 

La Comunità è nata nel 1943 a San Salvatore, fondata da suor Maria Liliana, che suor Maria Daniela ha indicato (e ringraziato) come fonte di ispirazione per il suo cammino, insieme ai genitori e non solo: «Per realizzare la sua opera il Signore si serve di noi e le prime persone di cui si è servito sono stati i miei genitori, papà Antonio e mamma Giuliana, che si sono donati al Signore per me e per i miei fratelli e sorelle: siamo in 7, mica pochi… Dico loro grazie, per ciò che hanno fatto qui e per ciò che fanno ancora da lassù. Ringrazio suor Maria Rita e Rosella, che in questi anni più di tutti mi sono state vicine e con le quali ho condiviso gioie e dolori. Aver incontrato la Comunità è stato un nuovo inizio che mi ha portato a donarmi al Signore: ringrazio ogni singolo membro e saluto le sorelle e i fratelli del Brasile: il velo che indosso è un vostro dono e lo porto anche per tutti voi e per le vostre famiglie. E Dio, per portarmi a Lui, si è servito anche di suor Maria Liliana, la nostra fondatrice, che non poteva sapere quanto il suo donarsi a Dio sarebbe stato il trampolino di lancio di tante persone per incontrare il Signore e seguirlo: il suo donarsi totalmente a Dio è servito anche a me».

IL DONO DI SUOR MARIA DANIELA PER NOI… 

Suor Maria Daniela ha poi letto proprio di una lettera di suor Maria Liliana, scritta nell’agosto 1961 e indirizzata alle sorelle suore, per riuscire a spiegare i suoi pensieri: «"Può essere inutile, anzi deleterio, il tormento per tanti anni sprecati, il dolore per non aver amato Dio come avremmo dovuto amarlo, l’amarezza per tanto tempo perduto. A Dio non preoccupa il tempo. Egli è fuori del tempo. Davanti a lui tutto è nuovo e fresco come se incominciasse in questo momento; direi: un’eterna primavera... Insomma una freschezza, un rigoglio, un continuo incominciare. Tutta la forza nasce da Lui e la possibilità è solo in Dio, non nei nostri mezzi umani. Posso ricominciare, ma in Dio”».  

Infine, il dono di suor Maria Daniela a tutti noi: «L’augurio che oggi faccio ad ognuno di voi è che possiate, soprattutto nei momenti più bui, più faticosi e più dolorosi della vita, del quotidiano, sentire il conforto, la consolazione, la protezione di questo grande, immenso Cuore, questo Cuore che ha dato la vita a Nostro Signore, questo Cuore che si è donato totalmente per tutti noi, per tutta l’umanità: il Cuore Immacolato di Maria». 

… E I “NOSTRI” PER LEI

Intorno a suor Maria Daniela, per questo momento importante e bellissimo, si sono strette la famiglia, gli amici e anche i colleghi della Elmec - dove proseguirà il suo apprezzato lavoro: Daniela è il “primo volto” che si incontra entrando in azienda - che l’hanno omaggiata con un bouquet e un poster di foto: a consegnarli è stata la piccola Anita, figlia di un amore nato proprio a Brunello. Insieme a loro, ovviamente, anche la Comunità Figlie e Figli dell’Amore Immacolato di Maria, che l’hanno accolta tempo fa e con cui proseguirà la sua vita. 

Suor Maria Gloria, a nome di tutta la Comunità, ci ha consegnato questo pensiero dedicato a suor Maria Daniela. Ve lo riportiamo, permettendoci di aggiungere a questo caloroso e bellissimo abbraccio anche il nostro: 

«In questi giorni, vedendo il movimento che si creava intorno alla consacrazione di Daniela, mi domandavo perché una persona che si consacra a Dio provocasse tutto ciò. È come se Daniela realizzasse qualcosa che sta nel cuore di tanti, di tutti.
Cosa dice alla gente, al mondo una persona che sceglie di seguire Cristo? Mi piacerebbe sentire le risposte delle persone, perché a volte la sensazione che provo è quella di essere un… “essere dell’altro mondo”, oppure un “animale in estinzione”, con il quale non si sa come interloquire. Oppure sembra di essere la “santa o santo di turno” che è talmente vicina a Dio che le si può chiedere preghiere perché Dio le ascolta più di quelle degli altri.
Quello che - io, e noi, Comunità - abbiamo vissuto è la gioia di fronte ad una persona che vive e sente quello che noi viviamo e in cui crediamo. Ero emozionata, sì, perché ancora una volta, in Daniela, Dio si è fatto vicino e ci dice che è possibile vivere l’Amore come dono totale di sé.
Quando vedo come mia nipote Marta guarda i suoi bambini, mi dico: “Dio esiste”… in quello sguardo d’amore. Quando suo figlio, Tommy, si lancia di corsa e viene ad abbracciarmi, mi dico:  “Dio esiste”… in questo tenero abbraccio. E potrei fare un lungo elenco di piccoli gesti d’amore che sono segno di Dio.
Decidere di mettere un abito e un velo, vuol dire a tutti “io sono di Dio” e in me, e con me, tutti voi siete di Dio.
Come ha detto suor Maria Daniela, solo per Amore puoi fare delle scelte radicali, apparentemente senza senso; ma d’altronde, l’Amore è “senza senso” non ha un “perché”: l’Amore è.
La parola più frequente che abbiamo sentito dire da tutti è stata “grazie!”.
Anche io dico Grazie, perché c’è speranza in ciò che abbiamo vissuto: speranza di vita, speranza di pace, speranza di dialogo, speranza di unità. 

“Perché ho paura della mia fragilità
Di fronte alla Tua bellezza eterna e ti tendo le braccia...
Grazie mio Dio, perché sei l’amore
Dove ora mi perdo risplende la vita
Sei l’Amore più vero che in ogni persona
Mi fa sempre vedere Tuo Figlio Gesù
Signore, grazie!”.

Sono le parole di una preghiera di suor Maria Liliana, che credo esprimano ciò che sostiene la nostra vita: proprio la nostra fragilità permette a Dio di mostrare tutto il suo Amore, come uno tsunami irrompe nella nostra vita. E la rende vera. E la rende dono». 

Gabriele Gigi Galassi e Lucia Filippeschi

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