A proposito della fuga dei giovani da Varese di cui ha parlato Alberto Nicora, responsabile della Lega Giovani cittadina (clicca e leggi qui, mentre clicca qui per la replica dei giovani democratici), il presidente di Pro Loco Varese, Roberto Bianchi, ci ha scritto questa lettera aperta in cui comprende «il disagio, la frustrazione e la fuga dei nostri giovani che continua nel disinteresse collettivo, come una moderna odissea». «Esclusi dalle opportunità lavorative - dice ancora Bianchi - dobbiamo offriamo loro nuovi motivi e occasioni per restare»
La lettera del presidente Roberto Bianchi.
Gentile redazione,
leggiamo l’accorato grido di allarme di Alberto Nicora pubblicato su Varese Noi il 1° maggio e ne comprendiamo il disagio, la frustrazione, la fuga dei nostri giovani continua nel disinteresse collettivo è una moderna odissea.
Quelli del sud vengono al nord e quelli del nord se ne vanno a Milano o ancor peggio all’estero. Le migrazioni dei nostri giovani sono un fenomeno drammatico per la nostra città e una piaga per l’intero Paese di cui nessuno parla.
L’impoverimento sociale e la mancanza di attrattività condanna la città sempre più a dormitorio per mancanza di produttività, intrattenimenti, opportunità.
«Lasciamo che i giovani facciano quello che vogliono, ma dobbiamo offrire loro un’occasione per scegliere di rimanere e di vivere la nostra città».
Il grido di allarme per migliaia di giovani che cercano lavoro e migliori condizioni per realizzarsi altrove dimostra una situazione di disagio diffuso che preoccupa. I nostri ragazzi evidenziano una situazione di generale esclusione dalle opportunità lavorative ampiamente percepibile. Una miriade di loro è in continua ricerca di un futuro stabile e sostenibile.
Alla radice dei problemi c'è sicuramente una economia stagnante unita ad una situazione d’incertezza individuale e collettiva, tassi di disoccupazione elevati e di persone che perderanno presto il loro lavoro, il tutto aggravato dal dilagare dell’illegalità unita ad una carenza di comunicazione politica, di attrattività, di prospettiva che rappresentano un freno allo sviluppo del territorio.
Le prime vittime sono i più giovani che cercano di realizzarsi, cercano leader, ambienti dove condivide esperienze, ma non trovano sbocchi, figure carismatiche da seguire e contesti dove incontrarsi. Giovani che studiano, si diplomano, si laureano e fanno stage, master, corsi di specializzazione, periodi lavorativi che qui sarebbero sottopagati mentre altrove sono rivalutati. Alla fine dei conti restano al palo e decidono di andarsene da Varese.
Si tratta di un fenomeno “di impoverimento dei più inascoltati” con nefasti effetti socio-economici che ne derivano per una popolazione che invecchia sempre più.
Pensare ai giovani significa pensare al futuro, fare un investimento oggi per avere ricadute domani. L’ennesimo supermercato offrirebbe una soluzione economica immediata ma in realtà impoverisce tutti quelli già esistenti, toglie e non aggiunge.
Condividiamo il pensiero di Nicora, «se pensassimo ad un luogo dove fare smart working», dove condividere esperienze, da frequentare nel dopo scuola, dove “attivare start up innovative”, un moderno incubatore che solo una mente giovane e moderna può sviluppare, ciò farebbe del bene a noi stessi, pianificheremmo il futuro delle prossime generazioni dimostrando ancora coraggio di scegliere per il domani invece che per se stessi oggi “aggiungendo un altro chiodo alla bara”.
Il presidente
Roberto Bianchi