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Calcio | 31 gennaio 2021, 18:31

Chi ha sbagliato, paghi: da Sow ai dirigenti dell'area tecnica. Noi vogliamo solo la salvezza del Varese

Alibi finiti, inutile e dannoso parlare di arbitri. Qualcuno ha investito in questa società mentre i tifosi soffrono da lontano: noi stiamo solo con loro. Il mercato ha deluso e l'ultimo posto lo conferma: non diteci che non esiste un attaccante che segni, a costo di andare a prenderlo in Eccellenza

Ebagua e Parpinel, storia e futuro del Varese oggi in campo a Bra

Ebagua e Parpinel, storia e futuro del Varese oggi in campo a Bra

Che il Bra fosse più forte del Varese, lo sapevamo già (clicca qui per le pagelle e qui per la cronaca). Quello che speravamo di non vedere più, invece, è una squadra inconcludente e in alcuni casi "stupida", vero Sow? Checché ne dica Ezio Rossi, un giocatore che indossa questa maglia, entrato da 13 minuti e comprato sul mercato per provare a fare gol e a salvarci (così ce l'hanno presentato), non può e non deve entrare da dietro in scivolata cercandosi in ogni modo l'espulsione e lasciando la squadra sul 2-0 in inferiorità numerica. Inaccettabile e inconcepibile, anche perché il signor Sow va incontro ad almeno due giornate di squalifica nelle prossime due partite ravvicinate (Chieri e Derthona) dove chi doveva fare gol e punti, si è già fatto fuori da solo. Più che un'espulsione, quella di Sow rischia di essere una sentenza: speriamo non sia letale. Privare in questo momento la squadra dell'unica punta teoricamente risolutiva, sempre che lo sia, è intollerabile. Chi sbaglia, paga: chissà se la società lo multerà, noi lo faremmo, fosse anche solo come esempio per tutti. Basta scherzare. 

Punto secondo: basta nominare gli arbitri, noi non lo faremo mai più dopo esserci incazzati anche troppo, e forse sbagliando, visto che oggi il Varese non ha perso per colpa loro. Anzi: la frustrazione, le proteste veementi - provenienti anche dalla tribuna - e il vittimismo hanno fornito alibi e tolto energie, risorse, concentrazione e forse anche quella cattiveria sotto porta che, a dire il vero, non c'è mai stata nonostante tutti i giocatori scesi in campo siano usciti con la maglia sporca di fango, nessuno escluso (i più giovani come Minaj e Parpinel, in questo momento, vanno ringraziati e non cazziati).

Terzo problema: il mercato. Ogni volta diciamo la stessa cosa da mesi: chi ha aiutato il Varese come Rosati e Lo Pinto non merita di veder vanificati i propri sforzi e i propri sogni quando si poteva e si doveva fare molto meglio con le risorse messe a disposizione. Manca un attaccante che fa gol e lo vedono tutti da mesi. Manca un rapporto con le società del territorio, anche di serie inferiori, dove andare a bussare (per salvare il Varese, se serve, questo ed altro...). Manca il senso profondo del Varese e forse la conoscenza di dove andare a cercare. Manca, secondo noi, un direttore che sappia sempre cosa dire e cosa fare, capace di unire e trovare soluzioni, comunicandole e difendendole fino in fondo. Un direttore a cui dire: quel giocatore l'hai preso tu, e sei tu il responsabile (al Varese, invece, lo sono tutti e nessuno).  

«Conta solo arrivare ai playout e salvarsi, in qualunque modo» ha detto un dirigente che ama il Varese anche più di sé stesso a fine gara. Noi gli crediamo e non abbandoniamo né lui, né il Varese. Perché sappiamo quanto stiano soffrendo in questo momento i tifosi e la curva. Che ti dicono sempre tutto in faccia, anche quello che fa male. Il Varese è lacrime e sangue, non solo da ultimo in classifica, e noi difendiamo questo suo spirito estremo e unico.

Andrea Confalonieri


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