La forza del Consorzio "Varese nel Cuore", che oggi compie dieci anni, è anche nella storia bellissima di Eleonora Nicora, imprenditrice che con la sua Nicora Consulting ha sede a Laveno e che ha deciso di entrare a far parte della squadra di proprietari della Pallacanestro Varese proprio nel periodo post l'emergenza Covid.
Perché un'imprenditrice del territorio entra nel Consorzio proprio ora?
Perché è il momento giusto per avere e dare fiducia. Perché è un modo magari un pochino più delicato e leggero per rimanere ancorati al territorio. Perché siamo una struttura giovane e questa è una scelta "giovane" e bella di chi crede nel presente e guarda al futuro. Ma io ne faccio soprattutto una questione di territorio: mi sento lombarda-lombarda, metà varesotta e metà bresciana. E poi questa decisione che arriva dopo il Covid è anche molto apprezzata da chi lavora insieme a me, ama il basket e fa squadra.
Ci racconta la sua azienda e il suo legame con il territorio?
Siamo di Laveno Mombello e siamo figli di un'altra, storica azienda tra i primi rivenditori Olivetti negli anni 70. Io questo mestiere lo faccio da 22 anni, ora ne ho 45 e voglio andare avanti per sempre. L'azienda si chiama Nicora Consulting a cui si affianca la Nicora Comunication, ci occupiamo di consulenza e siamo rivenditrici diretti Sharp in provincia: andiamo dalle macchine per ufficio a pacchetti legati alle telecomunicazioni e agli impianti telefonici. Siamo in 5 più 2 free lance. A inizio settembre apriremo una nuova sede nella via centrale di Laveno: sarà uno show room con una piccola parte aperta anche al pubblico per usufruire dei servizi di Sharp, con portatili e pc.
Che rapporto ha con la Pallacanestro Varese?
Inizio oggi la mia storia nel basket. L'idea del Consorzio mi è piaciuta ascoltando due imprenditori che per me sono motivo di ispirazione e cioè Andrea Crocella e Silvano Cesaro. Mi piacerebbe che passasse il messaggio che non tutto è così drammatico, ci sono anche momenti di appartenenza e leggerezza come può essere la scelta di entrare nel Consorzio, almeno per noi: i "maschiacci" con cui lavoro sono tifosi e sono contenti. Uno dei primi messaggi sul cellulare diceva: "Luis Scola argentino numero 1, andiamo a vedere un pezzetto di Nba".
Cosa la incuriosisce di più in questa nuova avventura?
L'ambiente del palazzetto: da come me ne parlano credo possa dare forti motivazioni anche ai miei ragazzi e possa aiutare a fare squadra anche fuori dal lavoro. Siamo un gruppo coeso, abbiamo tutti tra i 35 e i 45 anni, sposiamo il principio della territorialità e credo che la Pallacanestro Varese porti questi valori anche oltre il nostro territorio. E poi conoscendo imprenditori che hanno aziende più grandi delle mie posso imparare sicuramente qualcosa: farlo davanti a una partita è meglio.
Con chi verrà al palazzetto, oltre che con i ragazzi della sua squadra-azienda?
Porterò la mia piccola Aurora: ha 4 anni e il gioco di squadra si impara da piccoli. Magari potrà anche dire qualche parola a Scola, visto che è bilingue spagnola. Poi magari inizierà anche a giocare a pallacanestro: chissà...
L'augurio più bello per il compleanno del Consorzio qual è?
Di riuscire a festeggiare altri due o tre decennali, e di superare questo momento delicato, visti i limiti che impattano su una realtà sportiva che vive e necessita, in campo e fuori, di contatto fisico. La società ci crede: spero che lo facciano anche altri imprenditori, magari altre imprenditrici, perché questo è il momento del coraggio.
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