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Varese | 20 luglio 2020, 09:33

Quei giovanissimi tra eccessi e compagnia nella piazza del tribunale: «Dove altro si può stare assieme all'aperto? Bere o fumare è normale...»

Tanti ragazzi, spesso minorenni, arrivano ogni sabato sera da tutta la provincia in piazza Cacciatori delle Alpi, dove due giorni fa è scoppiata una rissa, per passare una serata in piedi, al buio, ad ascoltare musica e non solo. Siamo stati un po' con loro: «Qui è gratis ed è vicino alla via dei bar. Se non facciamo qualcosa, non passa più...»

Quei giovanissimi tra eccessi e compagnia nella piazza del tribunale: «Dove altro si può stare assieme all'aperto? Bere o fumare è normale...»

Sono per la maggior parte minorenni. Ragazzi e ragazze che provengono da tutta la provincia e che il sabato hanno trasformato piazza Cacciatori delle Alpi nel loro luogo di ritrovo. Sono un centinaio e hanno comprensibilmente voglia di stare insieme, ma restano sempre adolescenti, con la tendenza ad esagerare, e senza una supervisione è facile che si spingano all'estremo, come è accaduto sabato sera (leggi qui).

Dopo la rissa siamo rimasti ad osservarli e abbiamo anche scambiato quattro chiacchierare con loro per cercare di capire cosa li attragga tanto della piazza davanti al Tribunale. Al di là della teatralità degli atteggiamenti, tipici dell'età, stupisce innanzitutto la quantità di alcol e fumo che circola tra questi giovani. A domanda sul perché ne facciano un uso così leggero, la risposta, dopo il classico «ma sì, lo fanno tutti», è sempre la stessa: «Perché se no mi annoio». Se non bevono e non fumano (ma la marijuana non sempre è l'unica sostanza stupefacente in circolazione) «la serata non passa più».

La serata dura sostanzialmente qualche ora perché molti utilizzano i mezzi pubblici per muoversi e, tra autobus e treni, a mezzanotte sono già tutti, se non a casa, sulla strada del ritorno. Ci sono ragazzi che vengono da Busto «per vedere le tipe che a Varese sono più fighe». Ragazzi in arrivo da Gallarate perché pare che la movida lì sia più costosa e rigida. E poi ci sono i varesini provenienti dai diversi quartieri della città, da un paio in particolare. Tutti a Varese per passare qualche ora in piedi, in una piazza, al buio.

In realtà, infatti, radunarsi in piazza Cacciatori delle Alpi non piace nemmeno a loro. «Ma non sappiamo dove andare. Non c'è un posto a Varese dove ascoltare musica in cui possiamo stare tutti insieme. Veniamo qui perché è gratis. E' vicino alla via dei bar, ma lì non ci possiamo stare perché non ci danno da bere, e se non bevi fai assembramento». E abbiamo anche scoperto che, oltre la mascherina, in tanti accetterebbero anche di rispettare le regole (no alcol e no droga), che un posto ampio e controllato necessariamente dovrebbe imporre, pur di avere delle alternative per ritrovarsi.

Perché allora sono tanto irrispettosi nei confronti di chi in piazza ci vive e la frequenta durante il giorno, e non può accettare fracasso e sporcizia? Loro fanno spallucce e non comprendono fino in fondo. Le bottiglie rotte sono due vetri che gli spazzini raccolgono. Vomitare e urinare sotto i portici, per loro, è normale visto che non ci sono servizi in zona. E urlare e ascoltare musica a tutto volume finché glielo concedono, alla fine, è tutto sommato normale.

Abbiamo infine chiesto a molti che scuola facessero e in troppi hanno risposto «mi sono ritirato (ritirata)» oppure «non è la scuola che vorremmo fare, ma è la più facile». Interrogarsi sul perché questi ragazzi si comportino così spetta ai genitori mentre la città dovrebbe discutere su come questo possa accadere con tanta facilità in un luogo centralissimo. E' compito, invece, di tutti chiedersi cosa poter fare per rendere queste generazioni migliori: molti dei commenti alla notizia della rissa scoppiata sabato sera sono stati accusatori e mai propositivi.

Valentina Fumagalli

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