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Varese | 18 maggio 2020, 17:25

Per baristi e ristoranti riapertura con dubbi: «Temperature e distanze, serve più chiarezza»

Gli esercenti di Varese chiedono a Governo a Regione chiarimenti sulle misure di sicurezza che devono mettere in campo: «Non possiamo permetterci di essere anche sanzionati»

Per baristi e ristoranti riapertura con dubbi: «Temperature e distanze, serve più chiarezza»

Tra i bar e ristoranti di Varese che hanno deciso di riaprire oggi regna ancora un po' di confusione sulla reale applicazione delle disposizioni di sicurezza. Perché in linea di principio appare tutto chiaro, ma davanti ad un controllo ci sono ancora troppi dubbi e troppi margini d'interpretazione. 

Dispongono di tutto il necessario: mascherine, guanti, cartellonistica, igienizzanti. Ma molti non hanno ben chiaro come impiegarli. Stamattina abbiamo fatto un giro tra i locali e tutti gli esercenti ci hanno riferito le stesse perplessità. Domande e questioni pratiche a cui ognuno da una diversa interpretazione e che invece meriterebbero un chiarimento univoco

Una delle domande più frequenti riguarda la misurazione della temperatura. «E' abbastanza chiaro che va misurata ai dipendenti e agli avventori dei ristornati, ma come dobbiamo comportarci con i clienti dei bar che consumano al tavolo?» si chiedono. E ancora: «Il metro di distanza da tenere tra i tavoli, come va misurato? I tavoli devono distare un metro o la distanza tra gli avventori deve essere di un metro?». Dettagli che nel calcolo dei posti a sedere, già notevolmente ridotti se non dimezzati, fanno invece la differenza.

Un altra questione riguarda gli igienizzanti. I gel sono posizionati all'ingresso di tutti i locali, «ma dobbiamo predisporre dispenser anche altre zone, vicino a servizi per esempio, o dobbiamo averne un certo numero in proporzione alla grandezza del locale». Oppure: «Chi non può garantire ingressi e uscite separati, come deve fare?»

I commercianti sperano che arrivino chiarimenti al più presto e che non si lasci troppo margine di interpretazione ed essere così esposti a controlli e sanzioni, «che in questo momento non saremmo proprio in grado di pagare: la nostra volontà è di essere in regola e agire in buona fede».

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