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Eventi | 09 dicembre 2019, 14:58

La grande lirica a Palazzo Estense con un omaggio a Giuseppina Grassini

Domani, alle 18 in Salone Estense, presentazione del libro “Giuseppina Grassini. Del canto più soave e drammatico inimitabile modello”, l'opera di Bruno Belli dedicata alla storica contralto varesina, originaria del Sacro Monte.

La grande lirica a Palazzo Estense con un omaggio a Giuseppina Grassini

Un omaggio a Giuseppina Grassini, storico contralto varesino protagonista nei principali teatri europei tra Settecento e Ottocento. Domani sera, alle 18 in Salone Estense, verrà presentato il nuovo libro di Bruno Belli, che vede nella Grassini «un inimitabile modello del canto più soave e drammatico».


«Parliamo di una donna – afferma il sindaco Davide Galimberti – che ha portato Varese nel mondo e che, anche quando ha lasciato la nostra città per trasferirsi a Milano, è sempre rimasta molto legata alle sue origini e al territorio varesino. Varese le rende il giusto omaggio».

Quella firmata da Belli, si legge nel libro, è la prima «biografia critica documentata moderna in lingua italiana dedicata alla Grassini, contralto famoso nel mondo e citato in tutte le storie della musica e nelle biografie napoleoniche». Amica e amante di Napoleone Bonaparte, Grassini si esibì, oltre che alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, alla Fenice di Venezia, a Londra e a Parigi. Nel corso della presentazione di domani è previsto un intermezzo musicale e letterario, con il soprano Mariachiara Cavinato, la pianista Paola D’Ambros e l’attrice Serena Nardi.

«Grassini – afferma Bruno Belli – era davvero conosciuta in tutto il mondo. Alcuni documenti che hanno portato alla realizzazione del libro, infatti, sono tutt'oggi conservati nelle biblioteche di Washington e in Australia. Era una varesina del Sacro Monte che ha portato la nostra città ovunque andando fiera delle sue origini; un aspetto documentato anche alla sua morte, quando lasciò un cospicuo legato alle opere di carità della Basilica di San Vittore. È una figura che, per la sua epoca, ha rappresentato quello che Maria Callas è stata nel Novecento; un grande esempio che a Varese dovremmo sempre più riscoprire».

Redazione

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