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Hockey | 14 dicembre 2025, 01:25

Mastini duri a morire (2-1): l'abbraccio a Bastille e il filo del destino. Pippo Matonti mvp tiene in vita l'Italia

Privo anche di Bertin e spalle al muro, il Varese crea valanghe di occasioni ma arpiona un piccolo, enorme 2-1 con gol decisivo di Bastille (abbracciato da tutti) e un miracolo finale di Schina. Sabato in via Albani arriva la capolista Caldaro e con questa "disperazione", con la voglia di prendersi centimetro per centimetro le final four di Coppa a Milano tutto è possibile. Intanto SuperPippo alla prima partita giocata nei Mondiali milanesi è decisivo e para anche un rigore nel 4-1 dell'Italia Under 20 contro la capolista Ungheria: oggi alle 16 gara decisiva con l'Estonia per non retrocedere

L'abbraccio a Bastille dopo il 2-1 e, a destra nelle foto di Alessandro Umberto Galbiati, Pippo Matonti premiato Mvp nella prima partita giocata nell'Italia Under 20 ai Mondiali di Milano, che è anche la prima vittoria azzurra (4-1 all'Ungheria)

L'abbraccio a Bastille dopo il 2-1 e, a destra nelle foto di Alessandro Umberto Galbiati, Pippo Matonti premiato Mvp nella prima partita giocata nell'Italia Under 20 ai Mondiali di Milano, che è anche la prima vittoria azzurra (4-1 all'Ungheria)

Piccola stella senza cielo, ti tiene su soltanto un filo. Ma è quel filo che non si spezza e si chiama carattere. Forse capiterà che si chiuderanno gli occhi ancora, ma in quel momento servirà ricordarsi di una minuscola, invisibile, sofferta oltre l'indicibile eppure meritatissima, immensa vittoria ben oltre il 2-1 con il Feltre. E di quel filo, che arriva un po' dal destino - quello dei Mastini che, come sempre e come sapevamo, non muoiono quando i gufi se lo aspettano, ma è un filo che porta anche a Pippo Matonti, mvp nella prima partita giocata (para anche un rigore) che corrisponde anche alla prima vittoria che tiene in vita l'Italia Under 20 ai Mondiali di Milano - e un po' tanto da quello che nel rugby chiamano "sostegno". E, cioè, di chi con il suo sacrificio sostiene un compagno che ne sostiene a sua volta un altro che ne sostiene un altro ancora e così via, fino a quell'abbraccio a Bastille sul raddoppio nel secondo periodo in cui c'è tutto questo: un uomo giallonero bloccato da settimane che si sblocca perché tutti vogliono che accada, e vogliono che accada perché sanno che senza di lui diventa tutto quasi impossibile. Contava vincere 2-1 solo per questo: perché l'attaccante canadese risentisse il peso e il brivido di quanto possa essere decisivo oggi, come lo è stato a inizio campionato e come lo sarà domani. 

Sostegno a Varese è anche questo: i veterani hanno sostenuto gli altri compagni sul ghiaccio, gli uomini bandiera fuori dal ghiaccio (Vanetti, Raimondi, Piroso) hanno sostenuto tutti in settimana, l'ambiente interno dopo incroci e confronti ha sostenuto la piramide giallonera e, così, invece di spaccarsi in mille pezzi sotto il peso di quattro sconfitte consecutive, i pezzi piano piano sono tornati al loro posto e ne è uscito un 2-1 calcistico che contiene un mondo: un mondo di occasioni da gol ospiti (almeno 6-7 nitidissime, alcune a porta vuota o semivuota: c'è anche una traversa di Bastille), orgoglio feltrino con il salvataggio finale del baluardo Schina su un'uscita calcolata male di Pisarenko e un Varese uscito dalla pista senza più sangue nelle vene perché il sangue l'aveva lasciato tutto lì, chiudendosi, ripartendo, sbagliando, provando e riprovando cocciutamente a vincere un po' anche contro se stesso fino a farcela.  

Era stato Marcello Borghi a fare sedere Jodie Manfroi per l'1-0, prima che il Varese subisse il pari dopo essere arrivato a tu per tu con il raddoppio più volte nel modo più beffardo, con una penalità inutile presa dalla prima versione di Bastille (ma stasera il connubio Jekyll/Hyde, morbidezza-spietatezza, gentilezza-mistero, pende dalla parte giusta, quella vincente) che a un passo dalla sirena rianimava Foltin - autore del pari - e il Feltre, dopo una serie di uno contro zero falliti, o fermatyi da Manfroi, cosa che si sarebbe ripetuta anche in seguito (40 tiri ospiti a 23 sono un'enormità, parlano da soli così come era accaduto a dire il vero anche in tre delle quattro precedenti sconfitte).

Ma contava il carattere, e carattere fu. Contava aggrapparsi a tutto e tutti per tornare felici e vivere una grande settimana in attesa del Caldaro, crollato in casa con il Bressanone, in via Albani. Con la stessa "disperazione", con lo stesso pubblico visto contro l'Alleghe, con lo stessa voglia di non morire e di conquistarsi centimetro per centimetro la final four di Coppa Italia, con un Filippo Matonti in più (l'Italia Under 20 sull'orlo della retrocessione mondiale l'ha spedito in pista da titolare dopo averlo esiliato follemente in tribuna da terzo portiere e lui l'ha ripagata da salvatore assoluto nel 4-1 contro l'Ungheria capolista del girone: oggi alle 16 contro l'Estonia serve un'altra vittoria per evitare di retrocedere nella Divisione II - Gruppo A), tutto è possibile

ASSENZE E LINEE
Se nel Feltre è rientrato Foltin (ma erano assenti lo slovacco Mraz e ovviamente Kadlec, ancora in attesa di sistemazione), Da Rin ha dovuto fare a meno in difesa anche di Bertin, fin qui l'uomo più regolare e più in forma, oltreché di Pippo Matonti, Piroso e Vanetti. In prima ecco Tilaro accanto a Marcello Borghi e a Michael Mazzacane, mentre Terzago viene rimesso con Bastille e Perino nella seconda linea che fino a un mese fa aveva fatto fatto faville, in terza ecco Venturi, Pietro Borghi e Xamin.

FINAL FOUR: IL CAMMINO E COSA SERVE PER ARRIVARCI
Ora contano anche i calcoli: mancano 5 gare alla fine della regular season e il Varese, tornato terzo dopo l'impresa della scatenata Valpe ad Appiano, è in lotta serrata proprio con Valpellice e Civette (ma anche l'Alleghe non è già sicuro di esserci) per andare all'Arena Santa Giulia di Milano a giocarsi le final four di Coppa Italia tra le prime quattro (venerdì 9 gennaio alle 19 la prima semifinale, sabato 10 alle 11 la seconda e domenica 11 alle 15.30 la finale che assegnera la 30ª Coppa Italia dell'hockey): gialloneri a +1 sull'Appiano e +3 sulla Valpe. Degli ultimi 5 impegni, 3 sono in casa con Caldaro, Dobbiaco e Pergine, due fuori ad Appiano e Aosta: servono 3 vittorie, quindi un'impresa o con il Caldaro in via Albani o un blitz ad Appiano/Aosta, posto che le altre due sfide dell'Acinque Ice Arena vanno vinte.

Feltre-Varese 1-2 (1-1, 0-1, 0-0)
Reti: 11'57" M.Borghi (Bastille, Schina) in sup. 0-1, 19'57" Foltin (M.Dall'Agnol, Zampieri) in sup. 1-1; 32'30" Bastille (M.Borghi, Makinen) 1-2.
Feltre: Manfroi (Bortoli); De Giacinto, Voulfson, Foltin, Marcazzan, Gabri; Sysak, Vignoli, Zampieri, Cortese, Matteo Dall'Agnol; Damin, Geronazzo, Fantinel, Da Forno, Forato; Sperandio. Coach: Martin Ekrt.
Varese: Pisarenko (Pavanello); Schina, Re, Marcello Borghi, Michael Mazzacane, Tilaro; Makinen, Crivellari, Bastille, Terzago, Perino; Erik Mazzacan, Marco Matonti, Venturi, Pietro Borghi, Xamin; Fornasetti, Peterson. Coach: Massimo Da Rin.
Arbitri: Thomas Formaioni, Patrick Theo Gruber (Andrea Carrito, Fabrizio De Toni)
Note - Tiri Fe 23, Va 40. Penalità Fe 16', Va 10'. Spettatori: 715

SESTA DI RITORNO
Pergine-Fassa 6-3 (rimonta dallo 0-3), Feltre-Varese 1-2, Appiano-Valpellice 3-4 (gol decisivo di Savolainen nel terzo periodo), Caldaro-Bressanone 0-4, Dobbiaco-Alleghe 2-8 (2 gol Isiguzo, 2 Alessio), Aosta-Fiemme 1-7

CLASSIFICA
Caldaro 44. Alleghe 36. Varese 33. Appiano 31. Valpellice 30. Fassa 25. Aosta 24. Pergine 22. Bressanone 20. Fiemme 19. Feltre 13. Dobbiaco 9.

SETTIMA DI RITORNO
Sabato 20: Bressanone-Aosta (18), Varese-Caldaro (18.30), Alleghe-Pergine (20.30), Fiemme-Appiano (20.30), Fassa-Feltre (20.30), Valpellice-Dobbiaco (20.30).

Andrea Confalonieri


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