Opportunità di lavoro e di formazione che giungono anche dall’estero, tutte in mostra e tutte da scoprire con il progetto Time To Move, in corso questa mattina presso l’Informagiovani di Varese.
Una decina di stand negli spazi di via Como, ciascuno arricchito dalle testimonianze di chi, in prima persone, ha vissuto per un certo periodo in un paese europeo o anche extraeuropeo, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze personali.
Il claim dell’evento (accessibile fino alle 13.30), infatti, è Vai a quel paese!... Ma prima passa dall’Informagiovani di Varese.
«L’idea - afferma Rossella Dimaggio, assessore ai Servizi Educativi del Comune di Varese - è che ragazzi impegnati in diversi percorsi possano conoscere le opportunità che ci sono all’estero. L’obiettivo è fare esperienza e farli tornare in Italia con loro talento e formazione. È importante che i ragazzi sappiano che ci sono esperienze formative che possono metterli in condizione di conoscere culture e mondi diversi».
Sono circa 450 gli studenti tra i 17 e 19 anni degli istituti professionali che stamattina passeranno da Informagiovani alla ricerca di una possibilità o di alcune informazioni agli stand presenti, presso alcuni dei quali era possibile anche consegnare il proprio curriculum.
Ragazzi/e alla pari, ristorazione, animazione, possibilità di studio e di volontariato alcuni dei settori maggiormente richiesti per il progetto, che è coordinato a livello europeo da Eurodesk.
I paesi più gettonati per questo tipo di esperienze? «Austria, Francia, i paesi ai tropici, Australia - spiegano Maria Luisa Troncia e Paola Favaletto, rispettivamente referente di Informagiovani - I paesi anglosassoni rimangono i più richiesti, ma sta aumentando la richiesta dei paesi dell’est».
L’evento si sta tenendo presso l’Informagiovani di via Como, un luogo tornato ad essere vivace e vissuto, l’grazie a un investimento con cui il Comune ha puntato sul rilancio: «Qui c’è una rete quotidiana - spiega l’assessora Dimaggio - È un luogo aperto a tutti i giovani gratuitamente in cui ci sono professionisti in grado di creare una rete rispetto alle necessità dei giovani e anche di recuperare gli inciampi. Qui si dà una via d’uscita».


















