Il progetto “Vieni a vivere a Varese”, lanciato dalla Camera di Commercio per rendere più attrattivo il territorio e rispondere alla carenza di personale che pesa sulle aziende del Varesotto, è arrivato fino alla Rai. Sabato 25 ottobre la trasmissione Settegiorni di Rai 1 ha dedicato un servizio all’iniziativa, firmato da Alberto Alfredo Tristano, raccontando numeri, obiettivi e testimonianze dal mondo produttivo varesino.
Come evidenziato nel servizio, la provincia di Varese è tra le più “imprenditoriali” d’Italia: il numero di aziende per chilometro quadrato è quasi il doppio della media nazionale. Un tessuto economico vivo, fatto di tante piccole imprese artigiane e industriali, ma anche di grandi realtà produttive. Eppure, per ogni due posti di lavoro offerti, uno resta scoperto.
Un dato che la Camera di Commercio ha deciso di affrontare con una campagna che punta a invogliare professionisti e giovani talenti a trasferirsi e lavorare qui, in un’area strategica ma spesso schiacciata tra due attrattori forti: la Svizzera, dove gli stipendi sono più alti, e Milano, centro pulsante dell’economia lombarda.
«Siamo consapevoli – ha spiegato ai microfoni Rai Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio di Varese – che 6.000 euro in tre anni non bastano a rendere il territorio più attrattivo, ma il nostro intento è quello di accendere un riflettore su un problema reale e avviare un dibattito concreto».
Alla base della crisi del personale ci sono due fattori principali: il calo demografico e il disallineamento tra domanda e offerta di competenze. Le imprese cercano figure qualificate che, semplicemente, non si trovano più.
«Oggi – ha raccontato Andrea Gatti, ceo della G.E.A. Srl di Castelseprio – fatichiamo a trovare fresatori, tornitori e fonditori. È un problema serio per la competitività: avere idee e non poterle realizzare per mancanza di personale è frustrante».
Le difficoltà non risparmiano nemmeno il settore dei servizi, che assorbirà circa il 70% delle nuove assunzioni previste. «Abbiamo investito molto in tecnologia – ha spiegato Eleonora Merlo, amministratrice delegata dell’Istituto Vigilanza Notturna di Gallarate – ma la componente umana resta fondamentale. L’esperienza e l’occhio delle persone non potranno mai essere sostituiti da un algoritmo».














