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Territorio | 08 ottobre 2025, 10:00

Parto speciale all'ospedale di Cittiglio: il primo cesareo con il papà presente in sala operatoria

Al Luvini una coppia di Luino ha inaugurato il "cesareo dolce": Francesca e Alberto hanno potuto condividere la nascita della piccola Asia in un momento unico e indimenticabile. «Poterlo guardare negli occhi, chiedergli se andava tutto bene e sentirmi rispondere positivamente e con sguardo rassicurante è stato un sostegno inestimabile» racconta la neomamma

L'ospedale di Cittiglio

L'ospedale di Cittiglio

All’ospedale di Cittiglio è stato sperimentato da una coppia luinese, per la prima volta, il parto cesareo con la presenza del papà in sala operatoria. «È un’esperienza che resterà indimenticabile per me e per il mio compagno Alberto, e che spero apra la strada a una nuova modalità di vivere la nascita anche quando non è possibile il parto naturale», esordisce Francesca.

«La nostra bimba era podalica, quindi si è resa necessaria la programmazione del parto cesareo. Non mi ero mai sottoposta ad un’operazione quindi potete immaginare il mio stato d’ansia», continua.

Fortunatamente qualche giorno prima del mio cesareo programmato, Francesca è stata contattata direttamente dalla responsabile del reparto di ginecologia e ostetricia che le ha chiesto se lei e il suo compagno volessero aderire a questa iniziativa. «Saremmo stati i primi a sperimentare il “parto cesareo dolce”», afferma con commozione.

«Sinceramente non ho esitato ad accettare: l’idea di avere accanto il mio compagno in un momento così delicato mi trasmetteva grande serenità e anche lui, non appena gliel’ho comunicato, si è detto subito disponibile ed entusiasta«Poterlo guardare negli occhi, chiedergli se andava tutto bene e sentirmi rispondere positivamente e con sguardo rassicurante è stato un sostegno inestimabile, va avanti ancora Francesca.

Il giorno del parto l’atmosfera in reparto era serena e accogliente, come lo è sempre stata del resto durante le visite pre-parto. Dopo il tracciato e l’ecografia che ha confermato la posizione podalica della bambina e quindi la necessità del cesareo, Francesca è stata preparata per l’intervento.

«Una volta scesa nel blocco operatorio, il mio compagno era già lì, vestito come gli altri dell’equipe medica, con cuffietta, mascherina, camice sterile. L’équipe medica si è mostrata molto rassicurante, contribuendo a creare un clima di fiducia e tranquillità. Mi sono sentita al sicuro e in un clima “famigliare”», racconta ancora Francesca.

L’anestesia spinale, che per la donna era il momento più temuto a causa di esperienze passate con le rachicentesi, è stata eseguita con grande attenzione, umanità e professionalità dal dottore, l’anestesista, senza alcun dolore. «Subito dopo mi hanno fatto stendere sul lettino, il grande momento era giunto – continua ulteriormente -. Era un mix di emozioni… un po’ di ansia per l’intervento, emozione e voglia di vedere la mia piccola, entusiasmo per aver al mio fianco il mio compagno. … un telo ci impediva di vedere l’intervento e, la grande differenza, l’ha fatta la presenza del mio compagno, seduto dietro di me che mi dava supporto».

«Poterlo guardare negli occhi, chiedergli se andava tutto bene e sentirmi rispondere positivamente e con sguardo rassicurante è stato un sostegno inestimabile – spiega ancora Francesca -. Quando la nostra bambina è nata, il mio compagno è stato il primo a vederla e a rassicurarmi che stesse bene. Poi hanno appoggiato la piccola vicino al mio viso per un bacio, prima che venisse portata al nido insieme al papà per i controlli iniziali. Nel frattempo, io sono rimasta in sala operatoria per la sutura, ma con la serenità di sapere che la nostra bimba stava bene ed era nelle mani oltre che dell’ostetrica e della pediatra, del suo papà».

«Una volta salita nella mia stanza lui era lì, con la nostra bimba tra le braccia, ed è stata un’emozione unica. È stata un’esperienza davvero speciale, che ha reso il nostro parto un momento ancora più intimo e condiviso. Credo che la possibilità di avere il partner accanto durante un cesareo sia un grande passo avanti, perché permette alla mamma di affrontare l’intervento con più serenità e al papà di vivere pienamente la nascita del proprio figlio», afferma.

«Ringraziamo l’intero reparto per questa possibilità e ringrazio ogni singolo medico – ginecologo, ostetrica, pediatra, anestesista infermiera, infermiera del nido – con cui ho avuto a che fare durante la mia degenza. Ho trovato tutte persone fantastiche, che amano il proprio lavoro, lo fanno con grande passione e umanità e questa è la vera differenza.  Se dovessimo mettere al mondo un altro bimbo, sapremmo senza dubbio che ospedale scegliere. Un grazie infinito quindi al reparto di ostetricia e ginecologia e al reparto pediatrico per averci fatto vivere al meglio la nascita della nostra bambina», concludono Francesca e Alberto, genitori di Asia.

Da Luinonotizie.it

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